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giovedì 23 ottobre 2025

Cirielli e la distanza tra politica e territorio

Boccia, Sangiuliano, qui con Cirielli, e Nargi sono un bel trittico di impresentabili, secondo il nostro modesto avviso..!

Oggi il candidato alla presidenza della Regione Campania, Edmondo Cirielli, attuale viceministro di Fratelli d’Italia, rappresenta l’ennesimo volto di una politica che sembra guardare più agli equilibri di partito che ai reali bisogni dei territori.

È lo stesso Cirielli che in passato si era reso protagonista di un maldestro tentativo di separatismo amministrativo, proponendo di fatto una Regione Salerno, ignorando completamente il valore dell’unità e della cooperazione tra le province campane.

Un’idea che tradisce lo spirito stesso dell’autonomia: non rafforzare, ma dividere.

Di fronte a una Campania che soffre di disoccupazione, precarietà e sanità al collasso, la destra al governo – da Giorgia Meloni in giù – appare confusa e inaffidabile.

Le scelte economiche e internazionali del governo parlano chiaro, si spendono miliardi per armare l’Ucraina, si accettano forniture di gas a costi insostenibili dagli Stati Uniti, mentre milioni di italiani fanno i conti con bollette, inflazione e salari fermi da decenni.

Il Governo si muove più come un esecutore di direttive esterne che come un interprete dei bisogni nazionali.

Le priorità sembrano altre: la gestione del potere, la tutela delle carriere personali e la propaganda identitaria che non serve a nessuno.

Intanto, la cronaca politica campana continua a restituire un’immagine desolante del rapporto tra consenso e legalità.

Nei giorni scorsi è finita ai domiciliari Veronica Biondo, vicesindaco di Santa Maria a Vico e candidata alle regionali in Campania con Forza Italia, nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Napoli su presunti episodi di voto di scambio e collegamenti con ambienti criminali.

Solo quattro giorni prima dell’arresto, Biondo aveva lanciato la sua campagna elettorale accanto al coordinatore regionale azzurro Fulvio Martusciello.

Il partito ha immediatamente annunciato che non sarà candidata, ma il caso riaccende un interrogativo più ampio: quali sono oggi i criteri con cui si seleziona la classe dirigente campana?

Perché la politica continua a muoversi tra opacità, fedeltà interne e silenzi strategici?

Le difficoltà della sanità irpina e il crescente senso di abbandono dei cittadini sono il riflesso di un sistema politico che ha perso il contatto con il reale.

Il ruolo di Cirielli in questa fase non è marginale, rappresenta il volto di una destra che, in Campania come a Roma, continua a privilegiare gli equilibri di potere rispetto alle urgenze sociali.

È su questo terreno – quello della distanza tra rappresentanti e rappresentati – che si gioca il futuro politico della regione.

Candidare Laura Nargi e Gianluca Festa è il segnale di una politica attenta al potere e basta, il servizio e la voglia di risolvere problemi sono un pleonasmo che alla lunga, di certo porterà a qualcosa di grave.

RDM


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