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venerdì 10 ottobre 2025

Avellino: accordi e silenzi: la promozione personale conta più della tutela collettiva..!

Fulvio Martusciello, responsabile regionale di Fi

Una volta tanto — e non capita spesso — dobbiamo riconoscere a Fulvio Martusciello, esponente di Forza Italia, un merito raro nella politica campana: 

aver detto la verità, senza troppi giri di parole. 

Ha definito impresentabile l’ex sindaco, oggi imputato per una serie di reati pesanti, tra cui l’associazione a delinquere. 

E fin qui, nulla di straordinario, i fatti parlano da soli.

Ma il punto interessante è un altro, quella definizione, sebbene rivolta all’ex sindaco, suona inevitabilmente come un boomerang verso il suo entourage. 

La sua vice, oggi sindaco esautorato, è espressione diretta della stessa continuità politica, messa lì non per caso ma per volontà esplicita di Festa. 

E allora, se è impresentabile l’uno, cosa sarebbe l’altra? 

Presentabile per eredità?

Martusciello ha detto ad alta voce ciò che in molti sussurrano da tempo. 

E anche se, con ogni probabilità, le sue parole rispondono più a logiche di faida interna che a un vero moto etico, questo non toglie valore al merito dell'affermazione. 

La verità, in politica, è merce rara. Anche quando arriva da chi non ti aspetti.

Eppure, non ci aspettiamo nessuna presa di posizione sul Poligono di Tiro all’aperto in pieno centro abitato. 

Né una parola sull’aria avvelenata di notte dagli abbruciamenti illegittimi, diventati ormai una consuetudine tollerata — pur di non dispiacere all’amico di turno.

L’accordo siglato tra la Procura della Repubblica e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), accolto con toni entusiastici dall’Ordine degli Avvocati di Avellino, rappresenta l’ennesimo caso in cui si preferisce l’annuncio all’azione concreta.

Condividere i dati e le informazioni sulle sorgenti di contaminazioni ambientali nella provincia, è una gran bella cosa, anche se dinanzi a una città ultima per inquinamento fra i capoluoghi italiani, gli interventi avrebbero dovuto prescindere da accordi e protocolli d'intesa.

A colpire, ancora una volta, non è tanto il contenuto dell’intesa — in sé potenzialmente utile — quanto l’uso strumentale che se ne fa per finalità di visibilità personale. 

Il presidente dell’Ordine, Fabio Benigni, da anni saldo nella sua posizione, ha fatto della comunicazione pubblica una forma di campagna elettorale continua. 

Il suo silenzio sistematico su questioni ambientali e sanitarie gravi che interessano il territorio — in particolare in materia di inquinamento atmosferico da combustioni illegittime (vietate ex art. 182, c. 6-bis D.Lgs. 152/2006) — è eloquente.

Manca qualsiasi forma di denuncia o presa di posizione su pratiche diffuse ma contrarie alla legge, come gli abbruciamenti notturni nei pressi di centri abitati, che violano anche regolamenti comunali e linee guida regionali in materia di qualità dell’aria (D.G.R. Campania n. 686/2019). 

Ma il rischio di urtare ambienti consolidati evidentemente pesa più del dovere deontologico di rappresentare e tutelare la collettività.

In questo contesto, Avellino sembra confermare un copione già scritto: il conformismo come strategia di carriera. Non si contesta il sistema, lo si asseconda. 

Perché il prezzo di un dissenso — anche legittimo — è troppo alto rispetto al ritorno personale che si può ottenere evitando accuratamente di esporsi.

RDM

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