Il voto d'opinione, ma che belle parole, solo per averle pronunciate Gianluca Festa, bugiardo seriale, non hanno alcuna veridicità, e in più, in una città malata di clientelite acuta, negare l'evidenza diventa la prova di quanto nuoti nell'ipocrisia più nera.
Un'alzata di scudi per coprire la propria miseria culturale, che non consente a nessuno di fare a meno del do ut des, e sappiamo, come tanti, e forse tutti, che ad ogni elezione c'è stato un vergognoso mercimonio a colpi di 35/50 euro a voto.
Le tessere comprate via internet al Pd per un assalto alla segreteria del partito, poi annullate da Roma, pare non facciano più parte del bagaglio menmonico di Enza Ambrosone, o dei finti moralisti che hanno rigettato con disprezzo, le oneste argomentazioni di Antonio Gengaro.
Gianluca Festa e tantomeno Laura Nargi, un sindaco che non avremmo mai voluto alla guida di una città abusata da sempre, non hanno alcuna capacità induttiva dei processi politici, preordinanti idee di servizio o cultura di Comunità.
Le frasi forti gridate in Consiglio da Gengaro, avrebbero appagato la voglia soporifera dell'ipocrisia, con un discorso forbito, capace di passare dalla borghesia al popolo, inalellando falsamente, inutili riferimenti storici votati a una moderna involuzione.
E quanto affermato circa le due sponde elettorali, chiaramente evidenziate dal risultato elettorale, si confermano e si confondono, nella giunta formata da personaggi privi di alcuna formazione politica e personalità, attentamente obbedienti agli ordini di Festa.
Qual è la differenza, lo chiediamo ad Ambrosone e ai media che hanno vomitato disappunto e sgomento, tanto da fingere di avere una dirittura tale, da arrivare all'ingenuità emotiva più incorreggibile..?
RDM
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