È difficile spiegare l'ovvio, a chi dovrebbe capire in un attimo, se fosse del mestiere e privo di retropensiero.
Purtroppo nella fase della conoscenza fine a se stessa, chiunque tenti di appurarla con l'enfatica esigenza della verità e del coraggio, dovrà scontrarsi con pregiudizio e riserve mentali.
Il consigliere Enza Ambrosone ha voluto rinfocolare la brace che pure covava sotto la cenere, perché il protagonismo sui fatti di Antonio Gengaro, evidentemente, la disturba, andando a prendere le distanze dalla dichiarazione forte e coraggiosa dell'ex vice sindaco con Di Nunno.
I voti si contano, ha dichiarato l'eterno consigliere, invece si comprano anche, signora Ambrosone, e il politichese politicante, è cosa ben diversa dalla leonina presa di posizione che Gengaro ha voluto stigmatizzare.
Tutti capiscono il discorso discriminatorio che volutamente ha tenuto dai banchi dell'Assise, e negare l'evidenza è solo il vecchio e usurato metodo, del colpo al cerchio e alla botte, per essere sempre pronti a nuovi accordi d'interesse.
Criticano Rino Genovese che ne ha fatto una fede, ma si relazionano allo stesso modo, così come gli elettori che hanno ignorato Procura, accuse e intercettazioni, su basi che immaginiamo, siano vicine alle lerce logiche di convenienza ricordate dal consigliere d'opposizione, che non le manda a dire.
Intanto, i nodi seppur ignorati da tempo, sono rientrati, e la Cassazione è intervenuta contro il Tribunale del riesame e il Sostituto Procuratore Generale Pasquale Serrao D'Aquino, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso.
Domenico Airoma ha avuto nettamente ragione, invece, e la stessa Cassazione ha manifestato seri dubbi, sulla poco attenta analisi del Tribunale di prima istanza.
L'interpretazione errata dell'articolo 50 e commi, diventa sospetta considerata la chiarezza della norma di legge travisata.
Il ragioniere generale del Comune, Gianluigi Marotta, secondo la Cassazione deve essere perseguito per falso oltre a dover consegnare i telefoni e rispondere di potenziali nuovi capi d'accusa.
È bellissimo fare il sindaco tagliando nastri e niente più..!
Stiamo vivendo una realtà distorta in cui personaggi inquisiti per molteplici capi d'accusa, gestiscono la cosa pubblica e la vita degli (a)vellinesi, con una faccia di gesso e un atteggiamento strafottente, che lascia pensare a una protezione altolocata di grande affidabilità.
Persino due televisioni private portano il sacco a Nargi e compagnia, aggredendo le voci critiche, o ignorando le sentenze che riaprono vecchie ferite penali..!
E infatti il sindaco, imperterrito e sorridente, insieme a De Luca taglia i nastri, mentre le attese al Moscati crescono e il Pronto Soccorso ha assunto l'aspetto dell'antro delle streghe..!
RDM
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