Abbiamo osteggiato da sempre i film sulla malavita proposti come cura psicologica, ripetitivamente a mò di catechesi, e infatti alla fine, i risultati deleteri eccoli manifesti e tangibili.
La devianza minorile è ormai una metastasi che si propaga sempre più, e chi cerca di trovare le ragioni filosofeggiando, è lo stesso che ha perorato Gomorra e similari, quasi fossero complementari all'educazione civica.
Nell'ultimo anno i reati più gravi si sono moltiplicati, e considerato l'analfabetismo funzionale, che pervade questo Paese, non è difficile comprendere che chi ha pensato al successo delle serie televisive, che celebrano il malaffare, ha trovato intere praterie di idioti, che hanno deliberatamente alienato il buon senso.
Ormai i riferimenti di una volta sono stati consumati da un modo nuovo d'approcciare la quotidianità, la corruzione infatti è dilagata esponenzialmente, tanto che la parte sana certificata, che pensavamo fosse il clero o le Forze dell'Ordine, sempre più spesso si è adeguata.
Avellino dal basso delle proprie posizioni non poteva non rispondere presente, e le vicende che sbertucciano la Procura in favore di un sindaco e di un ex, la dicono proprio tutta.
La patologia che rende l'(a)vellinese incapace di discernere o di ragionare sulle vicende che hanno colpito da tempo la città, si esprime attraverso le dichiarazioni puerili di Laura Nargi che parla a vanvera.
Il magico Natale che sta offrendo, non è di certo rappresentato da luci e festoni, fra l'altro mutuati da altre città, e né da un Pronto Soccorso fatiscente.
Il disinteresse per le cose serie che la spocchia di questo personaggio d'antan, che tenta di scimmiottare i reali d'Inghilterra, è così fuori luogo che alla fine, pensiamo ci sia una carenza neuronale che gli impedisca di focalizzare i problemi, costringendolo a rifugiarsi nei sogni.
Quel Centro Autismo, in cui il sindaco Nargi ha negato più volte l'accesso, ed era una Commissione istituzionale, dovrebbe rappresentare l'incubo di ogni notte, se fosse lucido mentalmente.
Una signora che si paga uno stipendio di quasi diecimila euro mensili, a parte l'indecenza, dovrebbe viaggiare anche di notte per scoprire le sofferenze, e sono tante, della Comunità.
Invece, Laura Nargi ci regala le sue sfilate di moda, i sorrisini e una Piazza invasa dallo schifo di una pista ghiacciata, che offende un monumento cinquecentesco, qual è la Provincia, manifestando l'incultura del gusto cafone che la pervade.
RDM
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