Gianluca Festa, nonostante la cocente sconfitta che si sta palesando all'orizzonte, potrebbe ancora candidarsi e sfruttare i voti che gli porterebbero gli assessori, forti ognuno, di un pacchetto consistente di preferenze, salvo coinvolgimento nell'inchiesta come d'altronde, sarebbe logico.
Centosettanta delibere non potevano sparire in un puff, qualcuno ha collaborato oltre a renderle operative pur senza la pubblicazione.
Insomma, questo Comune sembra l'antro delle streghe, negli ultimi cinque anni, Festa ha creato un ambiente di terrore misto al rispetto del podestà che comunque, come stiamo vedendo, ha imposto regole personalistiche sui generis.
La bonifica da effettuare per il prossimo sindaco, dovrà tenere conto dei guasti arrecati e delle abitudini malate instituite.
Il candidato giusto, ripetiamo ancora, deve essere un tecnico allenato ad amministrare, conoscitore dei meccanismi interni agli uffici, e del personale comunale, che ha portato a tavola ogni paturnia giangesca col servilismo del cameriere consumato.
Ieri abbiamo risposto alla malinconica descrizione di Rotondi, di un'amministrazione meravigliosa, capace di dare nuova linfa alla città, densa di viscide accuse alla magistratura, che secondo il mellifluo personaggio, spende denaro pubblico tanto per dare un senso alle proprie giornate.
La considerazione nasconde, manco tanto, un'offesa marcata alla deontologia del Procuratore Airoma, riparandosi dietro l'articolo 68 della Costituzione, che gli permette di non essere perseguibile per diffamazione.
Insomma Avellino nell'insieme, è diventata un coacervo di malaffare e di idiozia difficilmente recuperabile, e la supinazione volgare dei media, riesce a tenere alto il livello corrotto del pensiero.
RDM
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