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venerdì 2 febbraio 2024

Avellino: solo una scelta intelligente, potrebbe trasportare la città fuori dalla vergogna..!

 


Massimo Passaro, invitato quale primo relatore, nel convegno Imprenditoria, passato, presente e futuro, non ha mancato di stigmatizzare quali fossero le zone del Paese con la più alta vocazione agricola.

Parlare di imprenditoria alla Camera dei deputati, é stata l'occasione principe perché realizzasse ancora una volta, un atto d'amore per la terra che l'ha visto crescere quale professionista affermato, ma vittima dell'assioma nemo propheta in patria, che la locuzione, Avellino, amante 'ro forestiero, catalizza.

Il binomio azienda-accoglienza è spesso penalizzato, secondo Passaro, dalle difficoltà degli approvvigionamenti sempre più difficili e costosi, per l'eterno dramma della assenza di collegamenti su ferro, esaltato nel contempo, dalla carenza di strutture ricettive e di professionisti dell'ospitalità.

Le vecchie politiche industriali, basate su produzioni prive di materia prima, hanno impoverito il mezzogiorno che invece, avrebbe potuto raccogliere ricchezza e produrre competitività in qualunque mercato, per il rigoglio dei propri terreni.

Massimo Passaro è un altro cavallo di razza che farebbe bene alla città, se solo i cap(o)bastone non fossero delle mezze calzette vestite a Festa, consumati dalla saccenteria, e privi di quella passione che renderebbe giustizia e nuova connotazione alla politica.

Al momento, il problema sindaco ad Avellino, è una partita che si gioca fra due sole fazioni, le mille false civiche del saltimbanco, e il partito democratico che ancora si trastulla tra faide e beghe da cortile.

La destra resta un'espressione marginale vittima della supponenza di gente come Rotondi e compagnia, finanche insidiata da Livio Petitto che si barcamena tra Festa e Fratelli D'Italia, che lo accoglie supinamente sperando nel portatore malato di voti.

Se una casa é divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi, racconta il Vangelo di Marco, la divisione è il male che rovina il bene, e come nel Pd, una destra divisa e in più, con qualche personaggio che ha il piede in due staffe, non ha futuro.

Rino Genovese, mercoglianese, che ancora spera in un ravvedimento, si tiri fuori, non può soggiacere a un disegno che lo vuole agnello sacrificale, è una questione di dignità oltre che di intelletto, e risolverebbe anche un dramma campanilistico, che nessuno vede, ma che ci condanna all'irrilevanza.

RDM


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