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lunedì 5 febbraio 2024

Avellino: solo ombre nella gestione Festa, ma pare che Prefetto e Procura, latitino...!

 


Scriveva Diego Fusaro, rifacendosi a Soren Kierkegaard, il filosofo e scrittore danese nato più di duecento anni fa, che la creduloneria della gente nell'immaginare la vita un gioco, non porterà a niente di buono.

La storia del teatro andato a fuoco dietro le quinte, e del pagliaccio che avvertiva il pubblico, è il triste riassunto di un sistema ipnotizzato incapace di scorgere la realtà.

All'apparire del giullare variopinto, tutti applaudivano, pensando a uno scherzo: 

hai voglia di ripetere le grida d'allarme, ormai la gente vede solo quanto vuol vedere, mentre tutto finirà trà l'ilarità generale.

Avellino è diventata la città più idiota del Paese, per un'amministrazione che ha puntato tutto sul fatuo, idealizzando un territorio baciato dalla fortuna sfruttando l'occupazione continua degli spazi, distruggendo tranquillità, servizi e libertà degli abitanti.

Le paranoie del sindaco vanno bene per la tifoseria, fatta di gente poco scolarizzata e scarsa d'intelletto, mentre il resto deve fare i conti con la sveglia mattutina, il lavoro, la famiglia e le bollette da pagare.

Festa continua a lanciare inutili e fastidiosi messaggi ad effetto, offendendo chiunque tenti di tradurre in chiare lettere quanto stia accadendo.

Nicola Giordano frustrato e puerile, per il sindaco, mentre le sue smargiassate sui palcoscenici tra le risate di un pubblico incredulo, lo rendono un credibile amministratore.





Il problema che evidenziava Giordano, che certo non polemizzava, ma stigmatizzava fatti, meritava una presa d'atto e consequenziali scuse.

Le chiacchiere e la frustrazione non c'entrano, salvo voler spiegare l'assenza di trasparenza e rispetto delle norme consiliari, con epiteti e offese tipici di chi manchi d'argomenti.

Ormai siamo Rio de Janeiro, altro che Barcellona e Amsterdam, d'inizio consiliatura, una giostra continua a spese nostre, per la campagna elettorale che Festa conduce da quando si è insediato.

La strategia è semplice: 

non lasciare spazi vuoti, e infatti perfino le Chiese sono diventate oggetto di sintesi elettorale, e dobbiamo dire che davanti agli emolumenti a pioggia di quattromila e cinquecento euro, anche i sacramenti vengono messi in attesa..!

Avellino, si sa, è diventata sinonimo di negatività, tutto concorre acché il ridicolo resti padrone del territorio.

Antonio Romano, il parroco di Chiusano San Domenico, è l'ennesima bruttura vomitevole prodotta, ma quel che combina il Vescovo Aiello, assolutamente inadatto a una Diocesi, ci lascia veramente basiti.

Sopportare questo parroco, sulla bocca di tutti nel paese, da anni, fa capire l'autorevolezza di Aiello, ma difendere a spada tratta, un personaggio eretico qual é Vitaliano Della Sala, il prete dei presepi della vergogna, merita un calcio a entrambi che riporti almeno in parte, un sussulto di dignità in una Chiesa fin troppo mortificata.

RDM





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