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giovedì 25 gennaio 2024

Avellino: quando sono i foderi a combattere, potrà mai accadere qualcosa di buono..?




Un'epoca finta condiziona alle radici la politica italiana, e i sondaggi che da sempre hanno controllato l'elettorato, hanno raggiunto una matrice così farlocca che una banconota da sei euro ha più veridicità.

Mai come sta avvenendo con questo governo, media e esperti d'opinione, sembrano essere su un libro paga istituzionale, niente e nessuno deve permettersi di andare contro Meloni, e la campagna elettorale da un anno e mezzo a questa parte, sembra non avere un attimo di pausa.

Perfino Radio Montecarlo, oggi di proprietà Mediaset, fa parte dell'esercito schierato dalla destra, perché Gnogna resti sempre e comunque soddisfatta.

Un accerchiamento degno del peggiore corporativismo degli anni quaranta, e il peggio deve ancora arrivare: 

abbiamo la guerra, una persecuzione dei poveri, presto la frammentazione del Paese e un capo di governo molto vicino ai canoni fascisti..!

In città la prerogativa della destra resta ineccepibilmente, 'o iazzo, quella zona ricca di marginalità che contraddistingue Fratelli D'Italia, Lega e Forza Italia.

Ora che Petitto ha contribuito in modo proficuo all'elezione di un segretario senza manco il proprio voto, Fratelli D'Italia lo seguirà come un cagnolino al guinzaglio, nello scegliere Festa ancora per cinque terribili anni, aggiungiamo.

La povera Fruncillo metterà a disposizione tutti e tre i carri armati, come nella famosa barzelletta di Mussolini e Hitler, che doveva invadere l'Europa.

Il buon Rino Genovese fa bene, quindi, a non fidarsi della voluttuosa investitura destrorsa; 

come già abbiamo chiarito secondo il nostro punto di vista, lo immolerebbe nel nome di una vittoria trasversale di consolidata viltà.

La sola scelta di un personaggio da operetta, qual é Giangi, che si rende ridicolo di continuo, è un oltraggio al buon gusto e al rispetto per la città, che non avrà difficoltà quindi, a capire di che pasta sia la simildestra d'accatto, che trova spazio perfino per dividersi.

Giovanni D'Ercole è incazzato perché non è riuscito a superare i giochi petittiani, e Livio Petitto rappresenta la cartina tornasole della serietà di un partito alla canna del gas, che non disdegni nulla e nessuno.

Il poliziotto consigliere regionale, già piddino, ma animalista per esigenza, cacciato dal partito e approdato in Fratelli D'Italia, resta con un piede però, nelle multi civiche a ripetizione, di Gianluca Festa e la sodale Laura Nargi.

Un pezzo eterogeneo di frammentazione politica, che offende chiunque gli tenga il sacco, e immaginare uno così, richiede uno sforzo di fantasia, ma capire la compagine che non solo l'accolga, ma lo renda finanche determinante, diventa un caso da neuro.

RDM


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