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sabato 18 novembre 2023

Avellino: alla fine non ci resta che piangere...!


Michele Gubitosa ci è simpatico fisicamente, è capace nel difendere le cause che gli interessano, ha una dialettica pronta, precisa, con toni perfino autorevoli.

Crediamo però, che si faccia controllare dalla voglia di prevaricare le controparti come fan tutti, alla faccia della verità e del buon senso.

La richiesta delle dimissioni del sindaco di Monteforte, Giordano, sono la solita marchetta alla propria parte politica, largamente priva di significato e credibilità.

Assente da otto anni dalle vicende locali, eccolo comparire perché l'odore di nuove elezioni che potrebbero confortare anche a livello nazionale, la propria forza territoriale, lo equiparano miseramente alla fauna pseudo politica che sporca questa terra.

L'unico interesse di lor signori, lo conosciamo, solo mutui vantaggi funzionali a beneficio di pochi, certo non comprensivi della pubblica utilità.

Un avviso di garanzia, un'accusa, un processo, l'abbiamo visto e lo vediamo, spesso sono teoremi poi sconfessati, capaci però di causare danni irreversibili.

Vanno dalla distruzione di carriere e di governi, fino alla sconfitta dell'anima e perfino dell'esistenza. 

Ricordiamo Enzo Carra, giornalista e portavoce della Democrazia Cristiana di Forlani, accompagnato
con gli schiavettoni in Tribunale, quei ceppi avvitati intorno ai polsi dei detenuti, scortato dai Carabinieri come il peggiore degli assassini.

Risultò assolutamente innocente, ma come trascorse gli anni della galera, del ludibrio pubblico e privato, a parte la fine della propria vita politica e professionale, lo lasciamo all'immaginazione.

Quanti casi di mala giustizia hanno costellato il firmamento delle accuse fini a se stesse, rafforzate dai cori dei pusillanimi che vogliono il sangue, pur di appagare le proprie ansie fottendosene dei danni anche irreparabili che creano.

Il confronto con una genia disturbata che non sa di esserlo, ci riporta drasticamente alla relatà del Capoluogo, un territorio da sempre offeso e abusato, nell'assoluta indifferenza dell'elettorato.

Avellino continua a rappresentare la gallina dalle uova d'oro rinchusa in quelle gabbie mostruose che imprigionano corpi e coscienze, ormai incapaci di un pensiero diverso da quelli inculcati con forza dal bisogno.

Una città ricca diventerebbe autonoma, mentre la sofferenza e la disperazione restano un bacino elettorale condizionabile, incapace d'esprimersi secondo ragione.

La nuova azienda Grande srl che De Vizia controlla, lo stiamo vedendo, non ha cambiato nulla, uguale a se stessa, cercherà l'utile a ogni costo, perché questo è lo spirito imprenditoriale del privato, ma alla fine vedremo quanto vorrà comunicarci l'attore imbrillantinato.

E le foglie, le aiuole abbandonate, e tutto quanto abbiamo constatato continuamente, resterà il retaggio di sempre, ma gli affari sono affari, e Festa...tiene famiglia..!

RDM

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