Il sindaco Festa già dal suo insediamento nel 2019 si esibì col bravo microfono fra le mani, per dire un mucchio di sciocchezze, non per l'importanza degli argomenti, ma per l'assoluta nescienza di un progetto per la città.
Un elenco sterile che fra l'altro non è stato rispettato, di interventi senza la prospettiva di una crescita oggettiva del territorio, che potesse interagire con qualsiasi problematica esistente o probabile.
L'ambiente, il centro autismo e le politiche sociali, già da sole, rappresentano il fallimento di questa sorta di elenco privo di capo e di coda.
Ormai la fine di un'amministrazione dispotica, è vicina, e questo signore non sa più che pesci prendere, le sta tentando tutte per raccogliere consensi, e non ne avrebbe avuto bisogno se avesse gestito da sindaco e non da ras.
Abbiamo visto Moretti riconfermarsi sindaco a Solofra nonostante il commissariamento per colpa, e gli Aufiero di Prata, ineleggibili per sentenza di Cassazione, fare le bizze perché non ci stanno.
Sbagliano, no, conoscono l'animo delle persone perché si sentono interscambiabili, sanno bene che la gente è in attesa di qualcosa di inconfessabile.
Ci meravigliamo sempre dell'arrogante sicumera di chi invece, dovrebbe preoccuparsi di quanto seminato, ma abbiamo torto, e loro ragione, perché nessuno chiede rispetto e onestà, ma solo possibilità d'ottenere..!
Qualcuno esiste, però, che dice no alle solite trastole personalistiche, a quelle tifoserie che sostenendo, attendono, perché un barlume di speranza possa esistere.
L'urbanistica che ha raccontato Gengaro su Il Mattino, è la storia di un progetto che faceva parte del sogno di un sindaco vero, Antonio Di Nunno, che però si è scontrato con la dura realtà di un territorio così radicato negli interessi privati, da rendere inattuabile qualsiasi studio per il bene di tutti.
Alla fine è naufragato nel solito mare del disinteresse artato, che ha messo fine a ogni proposta che non tenesse conto dell'insana voglia avellinese, di farsi i cazzi propri.
RDM
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