Ilaria Abagnale è una giovane donna, sindaco a Sant'Antonio Abate, un Comune del napoletano di circa ventimila abitanti, che soffre la piaga delle gare notturne clandestine, intorno al nuovo Parco Urbano.
Questa signora onora il ruolo ricoperto, interessandosi in prima persona della quiete e della sicurezza dei suoi concittadini, dichiarando guerra all'insana voglia di rendere il paese terra di nessuno.
Non è facile per una donna far rispettare la legge e le regole, in un territorio difficile in cui tutti si conoscono, e farsi dei nemici diventa difficile e forse anche pericoloso.
Abagnale, però, ha messo tutto in conto quando ha scelto il servizio agli altri e non a se stessa, decisione difficile da rispettare ad Avellino, luogo deputato al riempimento dei portafogli, raramente all'interesse della gente.
La voglia matta di esaltare i peggiori istinti, è una forma di strategia che porta bene alle urne, evidentemente, e i tossici, gli esaltati, i perditempo e gli ubriaconi, che amano il libertinaggio senza fine, sentitamente ringraziano.
Festa e il suo vice Laura Nargi hanno puntato sull'unica cosa che sanno fare, le feste e i fuochi d'artificio, e al diavolo se si produce insicurezza, disagio e pericolo per i cittadini, tanto quello che conta è ritornare a controllare il potere.
Il potere dà ricchezza e gratifica la voglia di comandare, di ottenere con una semplice richiesta, il potere amplifica e nutre la propria arroganza, dà significato all'esistenza dei poveri di spirito.
I viaggi dell'assessore al nulla di Lecce, sono una parte del corredo, una gratuità spudorata che offende la dignità di chi lavori per le Istituzioni con la fede che meriterebbero, se non accadesse che mefistofelici lestofanti ne facciano scempio.
La scusa puerile del Premio Scola che nessuno vuole dalla figlia del regista al direttore artistico Veronesi, ci ha fatto pagare un'altra vacanza all'estero per questa signora pugliese.
Le cazzate in descrizione delle ragioni o dei risultati ottenuti, fanno il paio con il disdoro che accompagna ormai da oltre quattro anni, il disegno gestionale di Gianluca Festa.
Barbara Politi meriterebbe un premio per la faccia tosta a sostegno di uno sperpero di denaro pubblico oltre che per la descrizione di fantasmagorici obiettivi raggiunti atti a prendere ulteriormente in giro l'opinione pubblica.
RDM
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