La destra rappresentata da Rotondi, D'Ercole e De Lorenzo, è una macchietta con tante prime donne che dicono la propria, nascondendosi dietro a un dito.
Ognuno vorrebbe la candidatura a sindaco determinata dalla presenza nell'immaginario, ma sconfessata da un'assenza colpevole sul territorio.
I tanti candidati in pectore appaiono magicamente, appena si avvicini un appuntamento elettorale, per poi scomparire alla constatazione del fallimento.
Gianfranco Rotondi, pensate, vorrebbe proporsi insieme a Cirielli il vice ministro degli esteri, quali possibili governatori della Campania.
Embè, se Luigi Di Maio è stato ministro nello stesso dicastero, non sapremmo valutare il valore di questo signore che invece lo è a metà.
Su Rotondi stendiamo un velo pietoso.
Dichiarano grande stima per Gianluca Festa ma un altrettanto disprezzo per la gestione della Campania di De Luca.
Delle due l'una, o parlano per sentito dire o lo fanno artatamente, incominciando la campagna elettorale d'interesse.
La serietà quindi, e la credibilità del vice di Tajani, sono discutibili, e se questo è l'atteggiamento di chi ricopra un ruolo istituzionale così importante, i personaggi a seguito che attendibilità hanno?
Il gioco è apparso immediatamente chiaro, scelgono un candidato qualunque mentre propongono a Festa ponti d'oro, e si accordano per il ballottaggio.
Quindi queste volpi argentate, per l'età, credono d'avere il Comune in pugno:
comunque dovesse andare, loro afferreranno il potere e il signor Festa da Verde, Animalista e Piddino, si trasformerebbe in un fratellino d'Italia dopo il classico bimbirimbò della fata turchina..!
Una città triste priva di aspettative, si rappresenta quale pecora belante senza coscienza, sensibile solo alla clientela e a chi la porti per mano su qualsiasi sentiero.
Pochi o solo qualcuno facilmente individuabile, meriterebbe di sedere sullo scranno più alto dell'Assise comunale.
Basterebbe pensare a una figura professionale e perdutamente innamorata del territorio, che potrebbe impegnarsi notte e giorno, senza riposo, per le sorti disgraziate di un Capoluogo fin troppo bistrattato.
Le promesse e le prebende inesistenti sarebbero garanzia per tutti, specialmente per quei bisognosi che ancora aspettano un ufficio delle politiche sociali dove trovino non solo i sussidi, ma anche un lavoro di dignità che ogni persona merita indiscriminatamente.
RDM
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