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mercoledì 3 maggio 2023

Avellino: il futuro privo di speranza, è ciò che ci condanna..!


Descrivere le nefandezze di questa amministrazione che non sarebbe mai dovuta nascere, diventa un pleonasmo ripetitivo.

Gianluca Festa è un povero diavolo che con la propria elezione a sindaco della città, ha risolto ogni problema economico ed esistenziale, ma il dramma che vogliamo raccontare sta nelle coscienze scomparse di una popolazione che ha perso da tempo la bussola.

Incapace di fare due più due da sola, la gente di Avellino si è sempre adagiata nelle braccia di De Mita e Mancino, i due ras irpini non hanno mai permesso alla politica locale di crescere secondo un processo autonomo.

I personaggi che hanno goduto delle più alte cariche dello Stato, non si sono lasciati nulla indietro e controllando i settori più importanti, con lo sprezzante piano d'azione a lungo termine, hanno deciso la vita di tutto il territorio.

Li abbiamo lasciati fare con un servilismo patologico che nulla ha di umano, potevano persino insistere nell'intimo delle persone che si affidavano, abbandonate inebriate da tanta supposta grandezza.

La codardia italiana è leggenda, tra tradimenti e viltà, crediamo d'essere i capofila mondiali, della subalternità silenziosa che soggiaccia a qualsiasi oppressione.

Lo vediamo con le pensioni, il reddito di cittadinanza, il passi verde...la guerra..!

Ce ne facciamo immediatamente una ragione, e ci piace credere a tutto quanto ci venga imposto, anzi diventanto noi stessi aguzzini in caso di ribellione.

I giornali e le televisioni raccontano bugie artatamente imposte, e guai a chi tenti di manifestare un pensierino anche minimo, che si discosti dal progetto unico, immediatamente le truppe cammellate arrivano per stroncarlo sul nascere.

Le elezioni del 2024 sono vicine e già si fa il nome di Gianluca Festa quale sindaco, e hai voglia di enumerare le malefatte, l'incapacità e l'incoerenza, al momento il fiume scorre così e non esiste argine che lo possa contenere.

I voti si fanno con l'imbroglio, lo sappiamo, Meloni si prepara alle europee aumentando di poche decine di euro lo stipendio a qualche settore, per poi bloccarlo appena il popolo bue avrà risposto.

Lo fece Matteo Renzi con la favola degli ottanta euro ma solo a chi avesse uno stipendio medio alto, e nonostante l'incoerente scelta, arrivò ad ottenere il 42% di preferenze.

Noi purtroppo, come detto, siamo vili, il francese ha il merito di pensare alla grande, la Comunità diventa orgoglio, la rivoluzione una scelta etica non personalista capace di pascere dentro di sè, masanielli e servi pronti a svendersi per un piatto di lenticchie di dorotea memoria.

Perfino la sicurezza non ci tange, almeno fino a che non veniamo attinti noi stessi, e se le telecamere restano fuori uso o la Polizia Municipale è una meteora, ciò che importa rimane il presente fortunato, mai quello che leggiamo sui media.

RDM



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