Rosanna Repole come Scajola, l'ex ministro a cui intestavano le case a sua insaputa, riconfermata più e più volte, alla guida di Sant'Angelo dei Lombardi che l'ha vista al comando del Comune già ben quarantatre anni fa.
Scajola nonostante lo scandalo degli appartamenti di cui non conosceva d'esserne il proprietario donatario, è stato più volte rieletto sindaco di Imperia oltre alle varie cariche da ministro e presidente di provincia.
Dove c'è l'interesse non esiste scandalo che tenga, e nel caso di Repole ci chiediamo se Sant'Angelo dei Lombardi non avesse uno straccio di candidato valido, per non ricadere nelle braccia di un sindaco che non ha mai lavorato in vita.
La corsa allo scranno più alto dei Comuni, evidentemente prescinde dal vero ruolo che un sindaco dovrebbe ricoprire, se fosse veramente convinto delle difficoltà e dei sacrifici che si richiederebbero a un primo cittadino .
Diventare riferimento istituzionale di un territorio non è un momento di gioia o di grande esaltazione, come è capitato al nostro gioioso istrione dispotico, ma di predisposizione al dolore che arrivi dai drammi locali.
La scelta sempre delle stesse persone alla guida di un paese, rappresenta il più delle volte, la rappresentazione plastica di una clientela vittoriosa, salvo ritrovarsi con un personaggio qual è Vittorio Sgarbi, documentato costruttore d'idee.
Pochi sono però, i casi evidenti di amministratori illuminati che si sono spesi con risultati concreti di servizio alla Comunità.
E le ragioni sono tante, prima di tutte la carenza di predisposizione alla bisogna confusa dalla voglia di trarre profitto personale.
Rimane la speranza ultima, nella scolarizzazione dell'elettorato che dovrebbe abbandonare la voglia insana, di ottenere per se, e mai per tutti gli altri.
RDM
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