L'ordine di scuderia si contrappone sempre con il bene pubblico, e la destra, se così si può chiamare, non si discosta di molto dalla sinistra:
la colpa è sempre degli altri o di chi c'era prima.
Quindi, un medico che si ritrovi un nuovo paziente, secondo queste logiche, non ha colpa se non gli riesca di trattargli una patologia, perché il collega che lo aveva in cura, gli ha rovinato ogni risposta metabolica.
Gianfranco Rotondi non si è mai interessato delle vicende irpine, anche per un vecchio astio coltivato nel tempo.
Gli avellinesi, in particolare, non gli avevano mai tributato molta simpatia e di risposta, il fuggiasco berlusconiano ha nutrito un odio profondo, per tutto quanto gli ricordi quelle sconfitte elettorali, che evidentemente ancora non ha digerito.
L'occasione del blocco dei finanziamenti per la costruzione del Polo Logistico in Valle Ufita, che le Ferrovie dello Stato si erano impegnate a sostenere insieme alla Regione Campania, è la prima occasione di rivincita che il livoroso deputato oggi meloniano, non si è fatto sfuggire.
Forse è anche vero che la parte regionale sia venuta meno per tante ragioni, una fra tutte l'Aereoporto di Salerno, e la nota conflittualità di Festa con il governatore De Luca, certo non ha aiutato.
Ma voler scaricare la bocciatura solo sul Pd per nascondere l'inedia colpevole di Rotondi e di ogni parlamentare irpino, aggiungiamo, è riduttivo e ingannevole.
L'ex forzista democristiano e oggi di estrema destra, pronto anche a diventare renziano, calendiano e finanche terrapiattista purchè ci sia un ritorno, non si è certo speso per perorare la causa irpina, ma è venuto a spiegarci le ragioni per cui ce lo dobbiamo prendere in saccoccia.
Forte del consenso appena ragalatogli alle scorse elezioni nazionali, nonostante i suoi trascorsi, si è convinto ancor più della pecoraggine avellinese, pronta a deglutire qualunque nefandezza.
Certo sessant'anni di demitismo sfrenato, hanno indottrinato perfettamente animi e coscienze, e dovendo sostituire un Ciriaco universale, si sono riversati sul personaggio più vicino alla forma mentis costruita negli anni.
Giovanni D'Ercole nella propria azione salivata in gloria Rotundis, ormai già scelto quale nuovo che avanza, farebbe bene a evitare di esporsi tanto, in favore del deputato miracolato da Berlusconi.
Ci ricorda con questa nuova crociata appena partita, che non lo vediamo da anni sulla scena, e che apparire magicamente a ogni scadenza elettorale, provoca agli esseri pensanti locali, che pur esistono, qualche conato difficile da reprimere.
RDM
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