Se i lavoratori di Irpiniambiente dopo lo scontro in Comune metteranno a riposo l'ascia di guerra, non avranno tolto un ragno dal buco, ma se continueranno a stringere Festa in una morsa quotidiana, forse potrebbero raggiungere l'obiettivo.
Il sindaco si sa, non è un cuor di leone, e le attenzioni giornaliere non ci metterebbero molto per farlo capitolare:
il problema è che neanche gli operai in rivolta conoscono la parola coraggio o determinazione, altrimenti non sarebbero arrivati solo ora a perorare le proprie istanze.
Una città allo sbando avrebbe meritato un'altra gestione, tra sindaco e opposizione non ha alcun riferimento su cui contare.
Il Moscati è un lazzaretto senza un domani, chiunque vi entri è alla mercé di un Pronto soccorso ignobile in cui spostano la gente da una sala all'altra dimenticando le cartelle cliniche, e i reparti funzionano a seconda il buon gusto del primario.
E l'Air si perde pezzi per strada lasciando i passeggeri a piedi sull'autostrada o in qualche zona extraurbana, ma pare che nonostante le denunce, i post o le foto, gli avellinesi non trovino nessuno che si batta per loro.
Siamo vittime di un personaggio a cui piace giocare con la pelle delle persone, gli alloggi e tutto il resto non meritano alcun interesse, bastano le chiacchiere.
Buone per ogni stagione, visto che i problemi scorrono addosso alla Comunità affabulata da Festa che non sa cosa significhi essere sindaco.
Fare il sindaco, la professione che tanto lo affascina, come racconta spesso, non è il presenzialismo sui palchi e le foto con artisti dello spettacolo, ma rendere propri i drammi della città.
RDM
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