La supponenza di questa ammministrazione che segue pedissequamente la lezione di trent'anni d'esperienza di mala gestio, è da vomito;
il sindaco dopo aver trasferito la gente che si è fidata di lui, in celle anguste, umide e senz'aria, disegnate dalla mano malevola di una sinistra di scuola sovietica, porta personalmente le chiavi a povera gente che per una nuova vile promessa, gli offre perfino il caffè.
Il popolo è bue, e già ai tempi degli editti delle grida del secolo XVI, veniva considerato tale, per cui neanche la perdita di tempo di una trascrizione della legge da affiggere:
veniva urlata, e chi s'é visto, s'é visto...!
A testa bassa, trascinandosi nella tristezza dei propri pensieri, i poveri elettori di Gianduiotto, si beano anche della sola presenza di questo signore, che invece di capire i drammi facendosene carico, li sfrutta come il più becero cravattaro o strozzino che dir si voglia..!
Ha governato con i due Galasso, con Foti e oggi fa la paternale a chi c'era prima, fottendosene della dignità o almeno del buon gusto, certo che nessuno gli si parerebbe davanti per gridargli in faccia la sua vergogna.
Gli abbruciamenti sono lettera morta e il cavalier servente Arvonio, lo vediamo aprire la porta al sindaco qui e là senza un minimo di pudore.
Ci sarebbe piaciuta qualche risposta sul mercato e Campo Genova, ormai inutilizzabile e in mano alla Corte dei Conti speriamo, se non alla Procura:
del Prefetto non facciamo menzione, tanto è un inutile scaldasedia come i consiglieri comunali e i vari assesori, ormai spariti dai radar;
la signora napoletana, Buondonno, e il suo vicino Cuzzola, di nome e di fatto, come e più di sempre, lavorano lontano da Avellino, ma quando c'è da recuperare la mensilità, compaiono magicamente, e...
...bibbidi bobbidi, bu...!
RDM
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