La destra irpina ha assunto la connotazione rappresentativa più vera della figura avellinese:
personaggi tronfi della propria opulente conoscenza del politico di turno e del sotterfugio clientelare che li convince d'essere i migliori, e di una quota d'arroganza atta a farli sentire d'essere arrivati...!
Ieri, erano le dodici quando hanno preso posto in una delle sale dell'Hotel de la Ville i rappresentanti delle tre squadre incredibilmente in competizione, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega.
Il convegno organizzato incautamente da Franco D'Ercole simpatizzante del partito di Giorgia Meloni, per stupidità o per una visione opaca della realtà, ha visto estromettere gli uni o gli altri a seconda dello schieramento.
Un segno della piccolezza mentale di questi dinosauri invecchiati all'ombra di qualcosa o qualcuno, che hanno nel solo Massimo Passaro un rinnovamento evolutivo della specie.
I poveretti assembrati e poi cacciati dalla direzione dell'Hotel per ovvie ragioni di distanza, hanno dimostrato nel limite propositivo di un'organigramma a dir poco risibile, la propria inconsistenza prima umana e poi politica.
Caldoro l'abbiamo visto insieme all'avvocato Passaro, quale esempio dell'improponibile vecchio che si confrontava con il nuovo;
il coordinatore cittadino di Forza Italia sarà una spina nel fianco di questi tromboni irreali, lontani da ogni problematica generatrice di disagio in una provincia sfortunata.
Troppo superiore a un Politburo appezzottato che non si è rinnovato e manco ha studiato almeno gli argomenti che trattassero i danni più esiziali, delle scelte amministrative attuali.
L'Avvocato di Cittadini in Movimento ha sciorinato conoscenza e potenzialità di un territorio ampiamente abusato, con l'elencazione di soluzioni tanto ovvie quanto ignorate.
Siamo precipitati in un baratro che ha raccolto buffoni e ballerine incapaci, ma bravi a riprodursi come il covid, con la stessa velocità e pericolo per la Comunità.
Intanto il peggio non stenta mai a rigenerarsi:
sopportiamo un Montanile inverecondo, che festeggia la propria scelta vile e offensiva per qualsiasi dignità, quasi fosse una medaglia guadagnata sul campo, e la foto delle congratulazioni con Giangi, restaura quella triste sensazione di vomito che credevamo aver allontanato almeno per un fine settimana.
Poi abbiamo il massone beneventano, De Caro, che ci racconta di un Petitto iconico (...) che potrebbe solo illuminare il buio di un partito che ha perso la trebisonda, qual è il Pd:
dimentica il parlamentare, che se il Pd è arrivato a questi livelli di nefandezza, lo deve anche alle scelte perpetrate nel tempo, e sindaco e accessori, qual è Petitto, ne fanno attivamente parte.
I mercatari, infine, come la Città, dimostrano che meritano quanto ottenuto:
invece di insistere su Piazza degli Irpini quale area giusta, già riconosciuta e pagata dalla Regione con denaro sparito di cui nessuno ne dà d'onde, propongono alternative idiote quali toppe peggiori dei buchi.
A ognuno il suo, e se Avellino brilla per il nulla amministrativo, una ragione ci sarà:
destra, sinistra e centro vengono governate dalle ultime file di uno schieramento di arroganti guardoni, autoproclamatisi prime donne, a quale futuro potremo attendere..?
RDM
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