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sabato 28 marzo 2020

Avellino ha un "coreano" al comando che gioca sulla pelle di tutti noi...!



“Il modello Avellino prevede tre tappe – continua il sindaco – pedinamento, cattura e isolamento del virus. Con i test rapidi effettueremo delle verifiche preliminari, poi ricostruiremo la catena di collegamenti dell’eventuale positivo con l’aiuto di Asl e medici di base e infine metteremo in quarantena quegli individui ma non nelle loro case, bensì il alberghi e B&B che requisirò”.

Nessuna  disinfezione e attenzione per i bisognosi che attendevano il pacco alimentare, per superare le giornate di disperazione o politiche sociali attivate, per i senza tetto e i drammi psicologici che si vanno formando nella testa della gente reclusa in casa.

Le notizie che giungono da più parti del Paese sono preoccupanti, la gente incomincia ad assaltare i supermercati, e l'effetto domino che si può generare non si sa dove potrebbe arrivare.

Lo scriviamo da tempo ma il fenomeno al Comune fa le strategie, anticipa i virus, lui, corre avanti col testimone e taglia un traguardo di fantascienza che lo colloca fra i dementi istituzionali più agguerriti di buona parte del mondo.

Dove trovare mascherine, guanti e un disinfettante per salvaguardarsi come assurdamente consigliano i media dovunque ti giri..? 

È domanda peregrina evidentemente per questo signore in fascia tricolore fuori di sé ormai, e assurgere perfino alle cronache nazionali, lo sta definitivamente relegando in un'irrealtà disturbata pericolosa per l'intera città.

Le tappe, il pedinamento, il modello Corea del sud da seguire con 5000 test rapidi che perfino secondo il rivenditore non danno certezze e che anzi si ridurrebbero a soli 714, dovendo effettuarne almeno sette allo stesso paziente.

Insomma, il delirio, e se poi apprendiamo che anche il Biancardi che buca le montagne secondo quel progetto costosissimo del traforo del Partenio, si trovi d'accordo con le smanie di Gianfestino, allora le braccia cadono e le speranze di un ritorno alla normalità si allontanano ancor di più.

«Io ho detto a chiare lettere quel che serve alla città: strutture per la quarantena e per il post quarantena. Dovessi rimanere inascoltato sarò costretto a far ricorso a strutture private. 
Io ho parlato per tempo: porto avanti queste istanze da due settimane, prima che fosse tardi. Sperando che non lo sia».

Ipse dixit, sed nihil fecit...sinteticamente una frase latina  esplicatrice di chiacchiere abusate che ci lasciano angosciati insieme all'idiozia di un popolo che si cimenta in festeggiamenti con fuochi d'artificio, com'è avvenuto ieri sera in città, dopo la benedizione Urbi et Orbi del Papa, in quella Piazza in lacrime di pioggia che assentiva e coniugava una passione alla quale non eravamo pronti.

Siamo scesi giù giù nel barile, raschiamo un fondo che non c'è, l'amministrazione è assente e quando si muove sarebbe meglio restasse ferma: 

la Misericordia e la bontà dei commercianti sta tentando di assumersi le responsabilità del buffone in maniche di camicia, consegnando pacchi alimentari a casa delle persone meno abbienti.

Dovremo vedercela da soli, e se scatta quel momento di pazzia appena accennato, nella testa delle persone che non hanno santi d'appendere, embè ci sarà una pandemia anche peggiore, signor sindaco acchiappa virus.

Quelle quattro auto di servizio che fanno i posti di blocco a mezzo servizio, dovranno correre questa volta, perché i problemi saranno infiniti; 

ma troviamo inutile continuare a descrivere l'inimmaginabile, siamo nelle mani di un attore visionario che non tocca con i piedi per terra, un bambinone vestito da grande che fa danni e offese alla città.

RDM

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