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mercoledì 26 settembre 2018

Avellino: nove firme di sfiducia alla città...!

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Giullari con Corte conosciuta e non...! 

Nello Pizza, Luca Cipriano e Dino Preziosi, hanno mantenuto l'odio per la propria vendetta, e mettendo da parte ogni rispetto per gli elettori, dopo una sessantina di giorni lavorativi dal dodici luglio, hanno già stabilito quale dovrà essere il nostro futuro, tentando di annullare di fatto con una ridicola sfiducia, senza manco le tredici firme come per legge, la volontà degli elettori.

Pensate voi, questi signori, escludendo Pizza che non ha manco il piacere del pensiero, visto che ottempera i voleri di De Mita, così il figlio di Bilotta, Giordano, Verrencia e Pericolo, hanno supportato amministrazioni invereconde per anni, tant'è che finalmente sono state defenestrate, ma con Ciampi dopo pochi giorni (tra nomine e assestamenti al Comune), hanno capito tutto..!

Abbiamo difeso Dino Preziosi quando pensavamo che oltre a essere vittima di un'ingiustizia, la sua esautorazione all'Air sarebbe stata un dramma per l'intera provincia, destinata a essere soppiantata da quella cilentana con la propria forza lavoro.

Oggi ci troviamo a difendere Vincenzo Ciampi per un tentativo uguale a quello subito da Preziosi, anche se tra i due esiste una differenza sostanziale oltre che di forma: 

l'uno ha goduto per diciassette anni di uno stipendio esagerato oltre al potere acquisito per la gestione di qualche migliaio di persone tra indotto e famiglie, per gentile concessione di tal Ciriaco De Mita, Ciampi, invece, dopo un'estenuante campagna elettorale con pochi soldi, è stato scelto dal popolo avellinese, contro ogni rosea previsione.

L'arroganza si è scontrata con la forza dell'umiltà, e questo signore proveniente da una tipica famiglia di lavoratori avellinesi, con grande dedizione e fede nelle proprie idee, si è prestato per servire una triste realtà da sempre offesa proprio dagli amici di Dino Preziosi.

Ma ecco che ci troviamo a confronto con una meravigliosa esperienza genetica che i genitori di Luca Cipriano non avrebbero mai immaginato.

Un campione, capace di saltare da un banco all'altro come una scimmia ben addestrata, ha sempre finto la parte del consigliere per poi chiudersi nel regno dorato del Gesualdo dove denaro e potere si consumavano e si riproducevano quasi per magia.

E quando quella sua certosina abilità di gestione, chiamiamola così, è stata scoperta, beh, il piccolo Luca detto la quaglia, era già volato al Conservatorio con una nomina tanto veloce e tempestiva che qualcuno ha acceso qualche candela per il miracolo.

Un mistificatore di professione, grande promettitore e affabulatore, questa volta non ha potuto ripagare i suoi promotori, ha perso su tutti i fronti, e non c'è trippa per gatti con questo governo.

Ha tentato prima delle elezioni di fare un accordo con i cinque stelle che lo hanno cacciato, ha riprovato poi, ricevendo lo stesso risultato dopo aver chiesto un assessorato mascherato da rimpasto,  e allora che resta da fare sperando che Ciampi vada in crisi e ceda?

La sfiducia, l'azione più vile per antonomasia in una situazione di stallo che hanno determinato gli stessi consiglieri, nei confronti della città.

Dopo trent'anni vergognosi culminati nei peggiori cinque che la storia avellinese ricordi, nove persone, nove, si sono recate dal presidente del Consiglio per consegnare firme inutili e inaccettabili per legge.

Il buon Dino Preziosi, sempre attento a regole e denunce, preso dall'orgasmo del sangue, non ci ha pensato che di firme ne servissero tredici.

L'adrenalina scorreva copiosa per la maestosità dell'evento che invece di mortificarli, li ha esaltati evidentemente, e tutte le chiacchiere sull'amore per Avellino, restano tali, false come una banconota da sei euro, e ogni ulteriore descrizione diventa un pleonasmo con gente così.

RDM


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