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martedì 18 settembre 2018

Avellino: il disdoro è vocabolo sconosciuto a un Consiglio comunale di buffoni...!

 

Sembra di rivivere il film Il Padrino, con Don Corleone che ballava 
e tutti intorno osannanti...!

Il Consiglio avellinese d'opposizione è formato da gente che vive di ricatti e minacce; 

il bene pubblico è veramente l'ultima delle preoccupazioni di queste persone, ma chi ci indigna più di tutti è la parte d'opposizione che ha sempre mimato un perbenismo stucchevole, che alla fine si è rivelato per quello che è sempre stato come la propria storia racconta.

La storia, ah già, quest'illustre sconosciuta utilizzabile solo a tratti, è spietata nelle verità, non mente mai se ricordata senza infingimenti di comodo, come si è fatto con i partigiani o Giuseppe Garibaldi, essa mette a nudo persone e fatti a volte incontrovertibili.

E quando tutto ciò avviene, ecco che ogni tassello si adagia comodamente al proprio posto: 

notai, sfiducie, ripensamenti, strategie, e le provinciali chè lì si banchetta alla grande, senza mai dimenticare, però, la propria natura.

Aspettiamo le provinciali, il coro della vergogna, non di rispondere a una che sia una, delle promesse preelettorali, pubbliche e private, e proprio le ultime disegnano perfettamente questa città corrotta fino all'osso e oltre.

Luigi di Maio ha inserito nella legge contro la corruzione, la figura dell'agente provocatore di corrotti e corruttori, perché entrambi sono complementari ed è giusto che paghino insieme. 

Avellino perderebbe tanti elettori se questa legge funzionerà a dovere, tanti cazzisti che manco per un attimo se ne fottono se un'Ambrosone, Petitto o Cipriano tentino di far cadere un governo solo per meri calcoli utilitaristici, a danno dei cittadini, ma dopo aver raggiunto un eventuale traguardo quali consiglieri alla Provincia...!

I parcheggiatori soffrano senza lavoro, i poveri continuino a tirare la cinghia, le famiglie restino senza alloggi e ogni abuso o prevaricazione lieviti all'infinito, quel che conta sono le provinciali dove c'è tanto grasso da spartire (trecentomilioni), sperando che Ciampi ceda alla paura e alle minacce, e qualche assessorato scivoli dalla tavola e finisca in un cassetto dei magnifici oppositori.

Questi sono i fatti, signori, non c'è serie B o C, nessuno si sposta per andare al Comune a dire a quei mistificatori, siete zero assoluto, e se direte no a questa amministrazione, resterete tutti a casa a fare la calzetta perché la città vi detesta. 

Non ci sono chilometri da percorrere come hanno fatto i mille in trasferta al Coni romano, non c'è casello autostradale.

Ma si sa, così è Avellino, la terra dove De Mita ha sguazzato per anni e la gente va ancora a Nusco a ossequiarlo come un mammasantissima di Locri, a vederlo ballare con la moglie appena uscita dagli arresti domiciliari, insieme a tal Gigetto fatti una domanda e datti una risposta.

Che tristezza, sindaco Ciampi, è proprio sicuro che questa terra la meriti...?

RDM

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