Avellino e gli idoti della porta accanto...!
Rampa San Modestino: chissà se ha più dignità del Concertone o de Il Laceno d'oro...!
Abbiamo un
nuovo problema;
non è il
bilancio che dà grattacapi al sindaco e ai revisori dei conti, belli quelli,
pare che i pregressi non insegnino, non
sono gli ottanta o cento milioni di debiti, i cantieri e quel ponte che ha
tagliato in due la città, l’autostazione e la Bonatti, gli alloggi e la
disoccupazione, ma il Concertone di metà agosto e il Laceno d’oro…!
Beh, dobbiamo
dire che i cinquecentocinquanta cittadini australiani
o forse algonchini, che le hanno esposto le aspettative sul cantante agostano, non
crediamo, Sindaco, rappresentino l’intelligenza del capoluogo, ma la
quintessenza dell’idiozia che ci ha rappresentato da sempre pienamente e con
successo nelle varie amministrazioni che l’hanno preceduta.
Un discorso
alla città, vorrebbe Filippo, che facesse bene alle coscienze e desse un
segnale di impegno diverso, il lavoro del Pater familias che deve dirigere e
far progredire il bilancio di casa tenendo certo in conto le esigenze dei
propri figlioli ma non perdendo mai di vista le priorità.
Spenderemmo
le risorse per una vacanza in Sardegna o in montagna per poi tornare e non
sapere come pagare l’affitto…?
Mah,
Filippo, ci pare, sia molto più accorto dei vichinghi che le
hanno presentato i consigli per il festone o quell’altra emorragica astrusità chiamata
Laceno d’oro, o le tante fondazioni caritatevoli e culturali che le si
presenteranno a breve.
Quella Guido
Dorso che si strafoga quarantamila euro annui, presieduta dall’onnipresente
ex giudice Sabino Cassese, è una delle tante epistassi forzate che dobbiamo
subire ogni anno, e che l’esimio ex giudice costituzionale farebbe bene a
finanziarsi autonomamente, visto che il denaro non gli manca.
Ma
le meschinerie non finiscono qui, come s’accorgerà
a breve, caro Sindaco Ciampi, e Lei che non ha esigenze di clientele,
dovrà
stare molto attento ai mentecatti di professione, siano essi blasonati o
non, perché lo sa, gestisce denaro pubblico, non privato...!
E’ un male tutto italiano quello della questua, si
nasce furbi per diventare volpi;
domenica ascoltavamo alla Rai una giornalistucola che intervistava un
presbitero che a quanto capito prima di cambiare canale, s’interessava di
oratori:
Padre, ma non ha nessun contributo statale? La prima domanda dell'imbecille.
In
effetti tra Caritas, cooperative, fondazioni e Vaticano, il clero ha
sempre vissuto di emolumenti, diventando una delle delle più ricche
realtà mondiali, e proprio grazie alla sua politica della mano aperta
per ricevere e l'altra chiusa per non dare, ha raggiunto i livelli
economici megagalattici di cui scriviamo.
Insomma,
signor Sindaco, la strategia del cappello in mano rende, e come se
rende, e questi signori che fanno la fila davanti alla Sua porta,
meritano solo e sempre un calcio in culo:
se
hanno tanto ardore si procurino il denaro altrove, come dovrebbe fare
il noto don Emilio e il suo Palio (?), e pensino per esempio che ad
Avellino non abbiamo bagni pubblici, se non quel cubo orrendo in attesa
di demolizione, che ovviamente non funziona.
Altro che feste e festicciole...!
RDM
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