Scriveva Antonio Dello Iaco, un giovane
attento e innamorato della sua città, che alcuni operai comunali impegnati nel
ripristino della pavimentazione, nonostante avessero l’opportunità di
utilizzare i mattoni originali appoggiati nell’aiuola, hanno
proceduto utilizzando bidume, perché così gli hanno detto di fare.
Poche righe che raccontano
sinteticamente la città;
strafottenza, disamore, cazzismo, tre
parole che ci accompagnano da anni e si sono rafforzate con gli esempi che
quotidianamente dà la Polizia Municipale nella sua interezza, il netturbino o
lo stesso cittadino che sporca e danneggia sulla scorta di una tradizione
familiare, che ha provveduto alla sua educazione.
Ogni giorno avremmo dovuto avere denunce
di abusi da parte degli avellinesi, invece li vediamo subire supinamente
l’evolversi del tempo che li colloca sempre più nella cloaca delle classifiche
nazionali, diventando parte integrata dello schifo.
A voglia di dare la colpa a questo o a
quello, ma se l’auto della Polizia, dei Vigili o dei Carabinieri, passa ogni
momento dinanzi al signor elettrauto e non avverte quel moto di fastidio che
prende lo stomaco dinanzi a situazioni aberranti, di quale istituzione parli
Rosario Cantelmo, non ci è dato sapere.
Se i magistrati che frequentano il
Tribunale non si soffermano dinanzi all’appropriazione coatta delle
pavimentazioni e dei marciapiedi da auto e furgoni della Polizia Penitenziaria o dei furbetti impiegati e non nello stesso Palazzo di Giustizia, pensiamo esista un problema.
O se gli alloggi di duecentosessantaquattro avellinesi possono aspettare perché Arvonio ha di meglio da fare, forse qualcosa non funziona, signor Sindaco.
E ancora, se l'ufficio legale è diventato un centro di mammasantisima inutile e anzi deleterio, visto che il Comune perde quasi tutte le cause, certo questo andrebbe smembrato, responsabilizzando ogni avvocato in un settore, di cui periodicamente dovrebbe fare un rapporto per stabilire lo stato dell'arte delle cose, e se non fruttifero, rimosso immediatamente.
Il Comune non deve tornare a quella potecarella di miserevoli potentati capace di danneggiare se stesso e ovviamente il cittadino, ma una macchina da guerra con obiettivi diversi anche se strani, per chi ha solo remato contro per lavorare poco e fottere molto.
Caro Sindaco, si renda conto che al momento il Municipio è un nido di serpenti pronti ad azzannarla, con il sorriso del servo e del viscido, certo, e per questo ancora più pericoloso:
l'episodio del decreto Di Maio falsificato, dovrebbe porle il quesito...!
Michele Arvonio va messo in condizione di non nuocere e l'ex vice comandante Cesare Rubicondo, oggi relegato all'ufficio legale, per esempio, fatto fuori da Galasso e Foti, e questo è un buon segno, oltre che per il fatto che è un avellinese che ama la sua città e ha un'esperienza sul campo invidiabile, per i tanti titoli acquisiti anche all'estero, potrebbe dare una mano nell'inquadramento ordinato della Polizia Municipale.
RDM
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