venerdì 15 giugno 2018
Avellino: ci sono volute sette liste per racchiudere in sintesi, la reiterazione di un abominio...!
Paolo Foti continua a fare il pesce in barile per favorire il Pd;
prima delle elezioni ha promesso che diciassette sfortunati avrebbero forse, avuto casa dopo cinque anni di assoluto silenzio e che la stagione al Gesualdo sarebbe partita:
mercoledì scorso, l'immarcescibile Teresa Mele, l'assessore del nulla, ha promesso il rimborso Tari a circa duecentosessanta avellinesi, vedi un pò...!
Prima del ballottaggio il nostro attento sindaco, inaugura il cartellone del prossimo inverno al Teatro in pompa magna, scambiandosi cortesie e miserie umane, con il fantastico Cipriano, mutuate dal genio di Ciriaco De Mita allorquando finalmente, dopo ventidue anni di abbuffamento, la Procura ha scoperto i giochetti familiari Aias-Noi con Loro.
Questi due signori facce della stessa medaglia, iniziarono cinque anni fa con il lucchetto alla Dogana felici e sorridenti, per rivelarsi nel pieno splendore della vera anima malata che li pervade.
L'uno copriva l'altro nella gestione allegra del Massimo cittadino, e colpevolmente Foti non ha mai controllato i conti delle partecipate pensando di restare esente dalle proprie responsabilità.
Un concatenamento di strani o forse chiari comportamenti, ha pervaso da sempre le amministrazioni avellinesi, ma quanto è accaduto in questi ultimi anni ha del paranoico.
Un sindaco voluto fortemente dal Pd forse sarà presto sostituito dal proprio avvocato, tale Nello Pizza, con la benedizione di quel Ciriaco De Mita che parla di miserie umane pensando alla moglie Annamaria e alle figlie, e quel Nicola Mancino, fresco di assoluzione in primo grado in un processo per mafia, forte fautore di Paolo Foti e di quel Pizza che rinnega le sfide a due, ricordiamo i reiterati inviti di Nadia Arace, sempre disattesi, e che oggi fa il bullo con Vincenzo Ciampi.
Beh, abbiamo visto quanto valga il sindaco in giacca blu, più volte dimissionario, collezionista di avvisi di garanzia e processi penali, scurrile e oltraggioso nei comportamenti, bravo nel far approvare bilanci appezzottati e a trasportare veementemente il Comune a un passo dal fallimento tanto che la Corte dei Conti gli ha impedito qualsiasi forma di assunzione o spesa.
Ma al cittadino tutto questo non fa specie, non crede che i debiti possano ricadere su se stesso, il denaro che la famiglia De Mita percepiva e percepisce al posto della comunità avellinese, non l'appassiona, e anzi ha premiato questi personaggi con determinazione e devozione.
Il voto di scambio per assunzioni all'Interpol (?) o al Ministero dell'Interno, associato a traferimenti e avanzamenti in carriera, non determinano un'univocità delinquenziale, ma un'organizzazione ben delineata del do ut des che non esisterebbe se non ci fosse chi creda di beneficiarne...!
Il figlio Alberto di Gerardo Bilotta, inquisito per associazione a delinquere, mica fichi, tant'è che martedì la Procura di Roma, evidentemente diversa da quella avellinese, ne ha arrestati nove per lo stesso reato, attenzionato anch'egli dalla Procura, è stato eletto, insieme ai suoi compagni di merenda altrettanto sotto inchiesta o a processo.
Enza Ambrosone a processo, ma eletta, e il dottore Montanile, re dell'assenteismo consiliare (quasi tre anni), pure eletto, sono la fotografia di una comunità senz'anima, quasi fosse un villaggio di vichinghi assetati di sangue, e solo quello:
il resto non conta, mentre Nello Pizza uomo di legge, se la ride...!
RDM
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