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martedì 15 maggio 2018

Avellino: un virus che lacera anime e cuori, ci conduce all'ennesima sconfitta...!

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Avellino è la terra dei codardi, abbiamo circa dodicimila visualizzazioni al giorno per una voglia incontenibile di leggere verità inconfutabili, ma pochi, molto pochi condividono i diari quotidiani.

Hanno tutti le proprie ragioni che sono uguali a se stesse, perché in questa realtà di raccomandati, c'è un cordone ombelicale in titanio, difficile da recidere.

Uffici, enti pubblici, istituzioni e sanità, sono zone di prigionieri che devono restituire a ogni adunata, un pezzo della propria vita, senza discutere.

Una vecchia dipendente della segreteria di Nicola Mancino, ormai da anni con il proprio bravo posto acquisito, ha risposto alla chiamata in lista che non ammette repliche o scuse.

E diventa difficile confrontarsi con questi personaggi che hanno occupato militarmente il territorio; 

truppe dislocate strategicamente e distribuite fra i vari capobastone e bastoncini, formano la parte amorfa del potere.

Avellinesi che in questi cinque anni si sono puntualmente lamentati senza mai fare nomi e cognomi, badate bene, ce li ritroviamo nelle liste legate al partito di Paolo Foti.

Si capisce che diventa difficilissimo entrare in queste logiche; 

gente consumata dall'odio per chi viva meglio, svenderebbe l'anima al diavolo pur di raggiungere e anche superare l'altro, per poi chiedergli come ti va, sperando in una risposta lamentosa, meglio se drammatica.

Oltre cinquecento candidature, otto candidati a sindaco, tanti soldi investiti (?), miriadi di attese legittimamente illegittime, fungono da carne morta agli ordini di qualcosa che nulla ha più di umano.

Loro stessi, quelli che comandano, sono delle vittime, e la loro acribia ormai ampiamente sperimentata, non li gratifica e né li soddisfa, vorrebbero ancora di più e ancora, e ancora...!

Un'esistenza malata che li punisce giorno per giorno, ma non lo sanno, mentre tentano di castigarci sempre oltre, per un odio atavicamente disturbato.

Dino Preziosi si è ribellato cinque anni fa a un inganno che non ha sopportato, mentre il suo mentore Ciriaco da Nusco non si capacitava del perché, visto che tante volte avrà assistito a altri imbrogli anche peggiori, senza battere ciglio.

Il pentito di Rione Mazzini doveva essere punito, come è avvenuto meno di quattro anni dopo;

un novantenne astioso, mai saggio, l'ha ridimensionato togliendogli il potere, e oggi si presenta quale aspirante sindaco, cercando di raccogliere i frutti di una bella opposizione, forse l'unica a un Foti inutile e pericoloso per la città, mettendo mano alla tasca per circa ventiquattromila euro: 

quando la voglia è tanta...!

Purtroppo non serve, il capo dell'opposizione lo capirà a sue spese; 

il suo impegno non è supportato dal potere e quindi resta perdente.

I suoi concittadini non hanno capacità cognitive, ma solo emulative e servili, e la parte migliore dei quarantaseimila elettori, rimane sempre una piccola percentuale.

Se così non fosse, chi lo riconoscerebbe questo capoluogo di tossicità?

RDM





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