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giovedì 17 maggio 2018

Avellino: abbiamo qualcosa di cui andare fieri...?







La cultura, quest'illustre sconosciuta abusata in ogni dove per la sua magia;

apre le porte degli ignoranti che temono di rivelarsi e quelle dei saccenti che si credano, invece, grandi estimatori dell'arte, della scienza, della storia o della filosofia, o ancora dell'espressa conoscenza della tradizione in ogni sua parte.


Insomma è un termine così pieno di significato che sembra non averne, e infatti nel suo
santo nome, si organizzano feste nella Regia di Caserta o eventi mondani nel Palazzo Reale di Napoli.

Il
prode Matteo Renzi regalò per una giornata Ponte Vecchio a Firenze, perché Luca di Montezemolo potesse usarlo per una sua ricorrenza privat, alla faccia dei fiorentini...!

Purtroppo in Italia da un pò di tempo i
foderi combattono e le sciabole restano appese, e la corruzione caratteriale oltre a quella di coscienza, la fanno da padrone.

Avellino, sempre pronta a metabolizzare il peggio, ama le isole pedonali, anzi quei 
geni di Cipriano, quello dell'agronomo di quartiere, non del poliziotto (!) e Pizza, vorrebbero estenderla fino al Centro storico, e dona il patrimonio artistico della città a mentecatti che ne fanno mercatini della frutta o taverne per ubriaconi, ritrovi danzanti e musicali per il gregge di sinistra, o ancora, semplicemente contentini agli amici.


 Ascoltare la danza di Cohen, ci accomuna 
  per un canto disperato che nessuno ascolta...!

E' questa la città che s'appresta al voto 
con Geppino Giacobbe che invecchia dopo l'ennesima prova elettorale, sorridente sotto braccio con Nicola Mancino. 

Senza che nessuno ricordi un suo seppur timido intervento per produrre un pensiero, lo rieleggeranno; 


e i vari medici e professionisti, accomunati da liste civiche agli ordini di Ciriaco De Mita, ma spiegate col piglio di chi stia per cambiare tutto, sapendo bene di non poter mutare un cazzo, se non in peggio, restano la parte peggiore del sistema.


Lo squallore che circonda il capoluogo non ha eguali, perché è l'avellinese che vive con sangue infetto, è lui la causa del proprio dolore senza possibilità di salvezza.


Zombie che credono di migliorare la propria esistenza e quella dei cari vendendosi l'anima.

Una tristezza infinita ci accomuna con quei pochi che credono ancora in un ideale di giustizia, mentre dovremo convivere ancora una volta con i nostri carnefici e tutto quanto abbiano prodotto.


RDM

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