Abbiamo una scuola enologica che l'Europa intera c'invidia.
Nato nel 1879, l'Istituto Agrario De Sanctis, amabilmente e con virile passione, condotto dall'ingegnere Pietro Caterini, uomo di antichi valori, ha da sempre rappresentato una parte importante e connotativa del nostro territorio, per lo studio ambientale e la ricerca costante delle trasformazioni agro alimentari, oltre alle biotecnologie.
Nato nel 1879, l'Istituto Agrario De Sanctis, amabilmente e con virile passione, condotto dall'ingegnere Pietro Caterini, uomo di antichi valori, ha da sempre rappresentato una parte importante e connotativa del nostro territorio, per lo studio ambientale e la ricerca costante delle trasformazioni agro alimentari, oltre alle biotecnologie.
Ogni diploma ha aperto nuovi e allettanti sviluppi di lavoro:
qualsiasi territorio sarebbe stato orgoglioso di questa sua peculiare specificità, svolgendo qualsiasi attività divulgativa perché crescesse e si sviluppasse senza freni o limitazioni.
qualsiasi territorio sarebbe stato orgoglioso di questa sua peculiare specificità, svolgendo qualsiasi attività divulgativa perché crescesse e si sviluppasse senza freni o limitazioni.
Avellino, no!
Noi amiamo da sempre chiunque non sia locale.
L'abbiamo visto con l'Air, scippata senza un fiato, e la diatriba con la Provincia di Gambacorta, che vuole togliere questo nostro tesoro per donarlo a Napoli, è la rappresentazione di uno scempio che grida vendetta.
Secondo Attila Foti, noi finalmente attrarremo i turisti e i vinocultori, con un'associazione esterna cosiddetta nazionale che porterebbe uno sviluppo economico al settore vitivinicolo.
Noi pensiamo, più prosaicamente, che ci sia una grande corsa per appropriarsi degli otto milioni in ballo:
la Federico II di Napoli, l'associazione Città del Vino, la Provincia, tutti assatanati all'assalto della diligenza.
Questa è la triste e ripetitiva storia della nostra città, sempre alla mercè dei Borbone di turno, che vengano dall'Alta Irpinia, da Benevento o altrove, non ci è permesso di godere delle nostre ricchezze, non ultima l'acqua:
il nostro, secondo bacino più ricco d'Europa, deve mendicare dalla Puglia alla quale destinò gran parte delle riserve, che ha anche beccato 200 milioni (!) dalla banca europea per gli investimenti, e noi niente...!
Ma va così, presi in giro sempre e comunque, vuoi da questo sindaco barzelletta che spudoratamente si pavoneggia sui giornali con il raggiungimento di fantomatici obiettivi, vuoi da Boccalone che vede un'altra città nei suoi sogni di successo nella raccolta dei rifiuti.
Quel che resta di sicuro, intangibile e incontrovertibile, è che siamo stati, siamo e saremo le vittime di qualcuno.
la Federico II di Napoli, l'associazione Città del Vino, la Provincia, tutti assatanati all'assalto della diligenza.
Questa è la triste e ripetitiva storia della nostra città, sempre alla mercè dei Borbone di turno, che vengano dall'Alta Irpinia, da Benevento o altrove, non ci è permesso di godere delle nostre ricchezze, non ultima l'acqua:
il nostro, secondo bacino più ricco d'Europa, deve mendicare dalla Puglia alla quale destinò gran parte delle riserve, che ha anche beccato 200 milioni (!) dalla banca europea per gli investimenti, e noi niente...!
Nicola Boccalone:
La città ha già cambiato volto...!
Ma va così, presi in giro sempre e comunque, vuoi da questo sindaco barzelletta che spudoratamente si pavoneggia sui giornali con il raggiungimento di fantomatici obiettivi, vuoi da Boccalone che vede un'altra città nei suoi sogni di successo nella raccolta dei rifiuti.
Quel che resta di sicuro, intangibile e incontrovertibile, è che siamo stati, siamo e saremo le vittime di qualcuno.
RDM
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