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lunedì 16 ottobre 2017

Avellino: Paolo Foti non è mai stanco delle sue panzane...!



Eppure Dino Preziosi avrebbe dovuto imparare a conoscere il sindaco Foti, ma pare  che le fandonie raccontate in questi quattro anni e mezzo, non bastino;

Paolo Foti lascerà alla grande, continuando a macinare stronzate su stronzate, visto che la gente ama essere infinocchiata.

Il Teatro è diventato una macchietta in mano a questo signore imbalsamato nella sua eterna giacca blu; 

dopo averlo svenduto a Luca Cipriano, per una sorta di continuità diabolica con l'amministrazione di Pino Galasso, prossimo candidato a sindaco, senza mai un controllo, ci siamo trovati con un buco ancora da dettagliare, e sono trascorsi due anni dal fatto, che questo signore tutto d'un pezzo e dalle dimissioni rientranti, non ascrive a se stesso, ma al piccoletto furbetto e alla cattiva sorte...!

Le spese che il dimissionario seriale ha aggiunto all'evento, sono schizzofreniche: 

commissari, relatori, commissioni, contabilizzatori e chi più ne ha, più ne metta, che a oggi ancora non hanno raggiunto un verdetto...! 

Ovviamente la promessa di far funzionare il Gesualdo per fine anno, è falsa come sempre, mentre una nuova è partita dalla fervida, o perversa, mente dell'uomo onesto tre volte...!

Facciamo gestire la struttura culturale da estranei, ha elucubrato il re dell'avviso di garanzia, e chi più dell'eterno e coinvolto Teatro Pubblico Campano, con cui l'ex presidente defenestrato, Cipriano, intesseva un incesto alle cure della magistratura...?

Signori non si scappa, con Paolo Foti due più due fa sempre cinque: 

Franco Pastore, cognato di Amedeo Gabrieli, redigerà l'atto costitutivo della fondazione al Cinema Eliseo, e il Teatro Pubblico Campano che percepiva fuori sacco, € 50.000 da Cipriano, cacciato, alla gestione del Carlo Gesualdo, forse...!

Non fa una piega..!

Della Dogana scriveremo domani, così, tanto per capire come farà il Comune a pagare in meno i Sarchiola per un esproprio, che perderebbe di valore, se questi non accettassero, così come non accetteranno i Della Valle, padroni delle opere scultoree.

Il rinvio a giudizio di Michele Arvonio, per abuso d'ufficio e concussione, merita: 

beh, se dimostreranno che abusava della divisa per ottenere, capiremmo meglio il perché di tanta cecità...!

Il fatto è, caro Paolo Foti, è che sei circondato da un'amministrazione tutta sotto la sferza giudiziaria, di cui tu sei l'artefice;

Marotta e compagni per Arvonio...!
derubricare poi, la pesante situazione del tuo sodale in divisa, a sagra paesana, la dice lunga sul tuo rispetto per le istituzioni che pure rappresenti, purtroppo, o a maldicenze di paese, come invece l'ha catalogata Arvonio, ancora presuntuoso e arrogante, nonostante quest'altra figura barbina da scrivere nel suo album curriculare.

Paolo Foti ha rinnovato la massima stima nel comandante Arvonio, e non se ne capisce, visto che ancora non abbiamo alcun risultato che lo incoroni campione fra i comandanti, come ha detto sempre il solito Foti, non sappiamo se regionali, nazionali o europei.

Noi ricordiamo infatti, la figuraccia di Arvonio, che ci ha accomunati alla sua, quando inopinatamente ha voluto telefonare a Rete 4 per offendere un collega, poi svenuto in diretta.


Arvonio e Chiauzzi, il commissario del Teatro, denunciati dall'ex parlamentare!
O a quella dei suoi sottoposti che andarono via mentre aggredivano Luca Toni, il campione del mondo della nazionale di calcio, e gli altri dirigenti del Verona;

oppure, ancora, la battuta d'arresto con i due vigili (donne) accusati di abbandono del posto di lavoro, e della fuga da cuor di leone che gli permise di annullare la gara d'appalto per i parcheggi, e anche qui la magistratura non ci ha visto chiaro.

Vogliamo parlare degli sfratti per consegnare gli alloggi agli aventi diritto, mai avvenuti, o dell'altra grana del sequestro annullato dal Tar, alla piscina comunale...?

In ultimo, ma non ultimo, il Cretazzo, sempre in balia di abbruciamenti e macchinari per le nocciole che recano danno ambientale, ma evidentemente non meritevole d'attenzione, Arvonio, chissà perché.
 

RDM

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