lunedì 2 ottobre 2017
Avellino: Foti lascerà il "segno" ovunque...!
Una commissione nominata dal consiglio notarile, il cui presidente è Franco Pastore, marito della sorella di Amedeo Gabrieli, nella quale scegliere un notaio di fiducia del Comune di Avellino, che rediga lo statuto della Fondazione Cinema Eliseo, è l'ultimo colpo di coda di Paolo Foti.
Indovinate chi faceva parte della commissione, indicata dal presidente?
Ma il presidente stesso, no?
E chi credete che dovrà redigere lo statuto, se non il presidente, scelto da questo Comune, che si è costituito parte civile nella causa penale contro il cognato, Amedeo Gabrieli?
Insomma, questa è la città dei mostri:
Paolo Foti caccia Gabrieli dall'Acs per le note vicende che sono argomento della causa penale in corso, si costiutisce parte civile, e nomina il cognato Franco Pastore a redigere lo statuto di una fondazione!
Franco Pastore, notaio affermato, si fa coinvolgere in una faccenda comunale come per il cognato, che certo non ha avuto un epilogo fortunato:
non sarebbe stato opinabile rispondere, notaio Pastore, alla gentile richiesta, visto che il buon gusto di Paolo Foti è simile a quello di un cavernicolo, no grazie?
Mah, questa è Avellino, la città che piange sempre ma ficca bene;
la corsa a tesserarsi con il partito della vergogna che ha subissato il capoluogo di avvisi di garanzia, di fallimenti e bilanci falsi, la dice lunga sul carattere degli avellinesi.
Dobbiamo ricrederci sull'abilità di De Mita e Mancino nell'assoggetare la gente, questa è la città serva per antonomasia, niente la sconvolge più di tanto, basta un regalino qua e là e tutto s'aggiusta.
Infatti non a caso, tutta la vecchia nomenclatura politica in Italia ha segnato il passo, ma Avellino ha resistito;
abbiamo pensato al carisma fuorimisura dei noti giurassici, invece il tutto è determinato dall'animo servile e cazzista che passa su tutto, purché esista un tornaconto personale.
E tutto quanto sia importante, non serve, ma rimane il Laceno D'oro, il palio della botte e qualche altra stronzata che non mette e non leva alla vivibilità di un paesino provinciale fino all'osso.
La pulizia, i servizi, l'ordine, le strade, la sicurezza, le scuole, tutte baggianate per l'avellinese medio, ciò che conta è l'Us Avellino e qualche fattariello proprio:
la morte di Angelo Lanzaro nel giorno dell'Epifania, gli imbrogli al Teatro o all'Acs, gli incarichi, le nomine e le prebende agli amici, la scomparsa degli assessori, sostituiti come fossero i pannolini di un neonato, dalla scena sociale, non contano di fronte alla frase 'e pemmé che ci stà...?
Vedremo in primavera, se diritto e rispetto supereranno la clientela, che noi immaginiamo fusa nelle coscienze di questa genia.
RDM
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