Un’amica ieri mattina ha scritto:
Alle 18.30 di ieri pomeriggio mi sono ritrovata
ad assistere ad una scena, che definire agghiacciante è dire poco. Zona
centrale di Avellino, tante persone a fare chiacchiere lungo i marciapiedi.
Chi prendeva il caffè, chi aspettava l'autobus.
Un povero gatto appena investito al centro
strada. Si muoveva ancora.
Nessuno e dico nessuno aveva mosso un solo
lurido dito.
Mi sono fermata insieme al mio amico come una
furia, in mezzo alla strada.
Abbiamo fatto i pazzi e caricato subito il gattino in auto. Mentre le macchine frettolose,
suonavano, intimandoci di sbloccare la strada. Una corsa sfrenata dal
veterinario, ma nulla da fare. È morto quasi subito. Ora dico io, al di là di
quell'essere immondo che l'ha investito, senza nemmeno fermarsi, ma quelle
merde che facevano i cazzi loro, mentre quel gatto soffriva le pene
dell'inferno, perché non hanno battuto ciglio? Continuavano le loro
chiacchiere, la loro vita, mentre una si spegneva proprio sotto il loro sguardo
incurante e strafottente.
Mi fate vomitare, ma seriamente
proprio.
Vi auguro di avere bisogno di aiuto
nella vostra vita, e che nessuno se ne curi.
Questa è la civiltà di una piccola cittadina di provincia,
oltraggiata per oltre cinquant’anni da se stessa, per una distonia congenita che
non le concede di assumersi responsabilità, demandando al capobastone di pensare e agire .
Ogni tanto qualcuno si erge a
salvatore della patria organizzando un gruppo o un’associazione, che porterà
nuova linfa, altre idee;
purtroppo abbiamo già visto, e il
film descritto dalla nostra amica, non lascia molte speranze a chi volesse
impegnarsi per salvare qualcosa o qualcuno.
Avellino è rappresentata dal sindaco Paolo
Foti, primo nella classifica dei cittadini, secondo legge, e dei bugiardi
seriali, alfiere del menefreghismo e della strafottenza:
il povero Angelo morto il giorno
della Befana per il freddo, al Mercatone, né è l’emblema nella memoria di questo paesotto, abitato dalla gente descritta nell’episodio di giovedì pomeriggio, e di tanti e
tanti ancora che ci impegniamo a disegnare ogni giorno nei diari che vi
proponiamo.
Quando in una comunità si perde quel
rispetto antropico, della vita degli umili e dei deboli, o degli indifesi, determinando
invece una scala diversa, basata su valori economici o d’appartenenza, beh, vuol
dire che il principio del diritto umano di inorridire davanti al dolore e alla
disperazione, resta solo una bella frase con cui riempirsi la bocca.
Appiccare gli incendi dando fuoco a
degli animali vivi, distruggere case e famiglie, stuprare figli e bimbi
incapaci di capire, approfittare dei deboli a scuola e nella vita, è il
bagaglio culturale che stiamo tramandando a una società sempre più violenta e
disumana, e i risultati sono davanti agli occhi di ognuno.
Avellino intanto, ne è sempre più la
sintesi, e quando un sindaco inscena con la protervia degli insani, teatrini senza
pudore e riguardo per chi è affidato alle sue cure e per un giuramento più
importante della propria esistenza, ci affliggiamo in quell’angoscia terribile
che ci prende, mentre giureremmo di non averla meritata, dimenticando che ogni
giorno dovremmo morire più volte, per tornare in pari con i doni di Dio.
RDM
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