Abbiamo sofferto, lottato, ricostruito,
ma non abbiamo riso per gli affari che
ci sarebbero stati, ognuno di noi aveva
le bruciature sulla propria pelle di una
tragedia immane, difficile
da raccontare.
Una conca accoglie il
territorio
avellinese,
e il massiccio Montevergine
che
controlla Mercogliano e i
paesini
che scalano le sue pendici,
sovrasta
l'Esca di Monteforte e il
Faliesi
che
abbraccia Contrada.
Una
terra meravigliosa che
amministratori
incapaci e molto
spesso
vili approfittatori della cosa
pubblica,
si trovano fra le mani, pronti
a
deturparla ignominiosamente.
Nessuno rivolge il pensiero a quanto
ha patito questa terra, nessuno
ricorda il dono che ognuno di noi
possiede indegnamente.
Ci
avviciniamo a grandi passi alla
prossima
consultazione elettorale e
anche
questa volta ci
confronteremo
con un film già visto e
rivisto,
la cui pellicola piena di
bruciature
per una reiterazione volgare
che
nessuno è mai riuscito a
revisionare,
ci racconterà ancora una
volta
del nostro servilismo.
Incapaci
di discernere il giusto da ciò
che è
sbagliato, voteremo chi ci farà sperare
di guadagnare qualcosa
per la famiglia o per noi
di guadagnare
stessi,
mai un pensiero per gli altri, per
quelli
che abbiamo frequentato nelle
serate
fra amici:
contiamo
solo e solo
noi,
al diavolo l'amico, tanto mangia a
casa
sua e non ha niente da offrire...!
Assisteremo a uno spreco di
promesse
tra programmi e favori, tutti
inattesi,
ovviamente, ma la regola è
quella,
altrimenti la scena atripaldese
non
avrebbe avuto motivo d'esistere.
Un coacervo di sigle e partitini ormai alla
canna del gas, che hanno carpito il buon
senso dei paesani:
furbastri che pagheranno
furbastri che pagheranno
la propria dabbenaggine, ma c'era De Mita, volete mettere?
Saranno lì, sui manifesti, più o
meno
estesi, quasi tutti gli uscenti,
magari
con nuove entrate, perché
si sa,
ognuno pensa d'aver bene
operato,
dimenticando che fossero le
proprie
tasche quelle rimpinguate, non
di
certo, della comunità.
Giancarlo
Giordano e Dino Preziosi,
fra i
primi, seguiti a ruota da Festa e
Petitto,
e poi qualche solito conosciuto tra
Rosato,
D'Agostino, o D'Ercole:
un magheggio
demitiano e non, non
un
mancherà di sicuro, è la nemesi!
Secondo
voi chi potrebbe rientrare fra
i papabili,
se non chi ha più colpi da
esplodere?
E
quali possano essere, se non regalie e
vecchi
inciuci che Paolo Foti ha operato
con la
sicumera del disperato,
fottendosene
del buon gusto che
perfino il suo ex capogruppo, Ida Grella, gli
ha contestato?
Siamo
messi proprio bene, nessuno, ci
pare,
abbia il pedigree giusto per
verginità
o cose fatte.
Se ci
sono state urla o disappunto
durante
le sedute consiliari di questi
quattro
anni e mezzo, niente è stato
realizzato,
gli incarichi che Foti dedicava
a chi
meglio credeva, hanno continuato
a
proliferare, e i conti del Gesualdo o
dell'Acs
sono usciti grazie al dirigente, la dott.sa
Carmela Cortese,
che siamo sicuri, non si
candiderà.
Nessuno
si è indignato per Arturo
Iannaccone
che da indagato e cacciato
dall'Asl,
ha riassunto il ruolo di
assessore:
che il
sindaco, garante della
legalità,
asseveri uno
scempio istituzionale, è
pacifico, conoscendo
il soggetto
solidalmente plurindagato,
ma i
consiglieri?
Ognuno di loro, non avrebbe dovuto
Ognuno di loro, non avrebbe dovuto
fare
le barricate...?
Beh,
questa è la risposta a quanto il
futuro
ci riservi.
Ha scritto il mio amico Bariletti:
le pecore temono il lupo, ma è il pastore a portarle al macello, e il
pastore, signori, siamo noi...!
RDM
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