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venerdì 7 luglio 2017

Avellino circondata da personaggi da terza e quarta fila, non ha futuro..!



Quando ci rappresentiamo in pubblico,  sembriamo tutti ciò che non siamo, però continuiamo a gonfiarci e più raggiungiamo posti rilevanti, maggiore diventa il nostro ego: 

succede che finiamo per credere che siamo altro, e anzi, forse è troppo poco quanto ci venga riconosciuto.

Le piccole menti non sanno valutare e nell'ansia di prendere e prendere a ogni costo, si ritrovano nel fondo di quel sacco francese capace di nascondere ogni infamia.

Antonio Caputo e Angelo Maietta che pure pensavamo persone dabbene e di spessore, si  sono rivelate solo allo sfrio, come sempre accade.

Messi ancora una volta in discussione dal proprio mecenate, quell'inutile Paolo Foti che corre avanti e indietro alle sue decisioni mai confortate da un pensiero saggio, questi due signori non potranno mai più descriversi con quell'enfasi che finora ha imbrogliato molti.

Sono dei piccoli arrivisti e pure poco intelligenti, se vogliamo: 

nell'ansia dell'accaparramento hanno gettato la maschera pensando che l'importante, al di là della dignità, fosse prendere...!

Ma prendere che cosa, vorremmo sapere, quale malsana idea si sono fatti questi signori, dell'avvocato Iandiorio, mah, perché rischiassero le figuracce che stanno perpetrando dal primo momento dell'insediamento, quale piatto a tavola si erano prefissi?

Va così, questa è una città malata di protagonismo e politicizzazione, e tutti questi personaggi in cerca d'autore, una volta raggiunto lo scopo, si sentono diversi, immediatamente migliori di noi poveri e miseri nessuno.

Purtroppo per loro non è così, e se sfogliando un curriculum ci accorgiamo che non esiste un solo ruolo non determinato per raccomandazione politica, embè, quelle sono persone che potrebbero essere dei geni, ma solitamente si rivelano degli asini camuffati da Varenne, il famoso trottatore italiano.

Intanto continua la disfatta di quest'amministrazione, giusto prosieguo di quella del campione dei campioni, Pino Galasso, padre di ogni sventura, con la chiusura della piscina comunale.

Undici anni trascorsi in latitanza di ogni legalità!

L'ex sindaco Galasso e il geniaccio che ci rappresenta oggi, ne dovanno rispondere davanti alla loro coscienza e alla giustizia, speriamo.

Non se ne possono uscire con un'alzata di spalle mentre creavano danni su danni, che non sappiamo se solo per idiozia o perché malversassero.

Questa città dovrebbe svegliarsi, ripetiamo, e un'azione collettiva per recuparare da questi incapaci, e forse è un eufemismo, i danni economici che ci hanno procurato.

La corsa a farsi eleggere sarebbe rallentata di certo, e quegli amministratori che non hanno nulla da perdere, dovrebbero rispondere del proprio operato penalmente, perché hanno fraudolentemente operato per produrre danni economici alla comunità.

E così ogni dipendente comunale, Polizia Municipale in primis, risponderebbe concretamente di ogni azione lesiva: 

non multare gli amici, per esempio, comandante Arvonio, o non vedere Marotta che parcheggia al Corso, mentre altri devono subire anche le sue Ztl non autorizzate,  è danno erariale, di cui dovrebbe farsi carico...o no? 

RDM

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