martedì 20 giugno 2017
Avellino: una banda di lestofanti ci ha svenduti, e ancora pontifica..!
Da quando si insediò quattro anni fa, Paolo Foti non è stato mai all'altezza del ruolo, e disonestamente ha continuato a menarci per il naso pur riconoscendo con quelle dimissioni offensive che ogni tanto sventolava, che in effetti non ci capisca niente.
Il sindaco certo, salvo una seria malattia psichica, si sarà accorto della propria inadeguatezza, ma cercando di convincere se stesso per primo, professa come fosse un mantra, sono onesto, onesto, onesto, ho la schiena dritta, sono un uomo tutto d'un pezzo...
Pateticamente, il suo nervosismo lo ha reso inviso anche alla maggioranza, che se l'ha sostenuto per amor di firma, oggi si ritrova col cerino in mano, e s'accorge che la figura vergognosa che condividerà con Paolo Foti, non era stata preventivata.
L'ex capogruppo Ida Grella, per una ragione o un'altra, si è improvvisamente svegliata dal proprio torpore che l'aveva portata finanche ad arringare i consiglieri che non volevano dare il proprio assenso ai vari bilanci dimostratisi poi farlocchi, e si è accorta che questa sua esperienza le ricorderà per sempre imbrogli, superficialità e mancanza di stile.
Ancora oggi siamo qui a definire validi gli incarichi parentali, ma eticamente ributtanti, così come da definire ancora quelli ai tre moschettieri del Gesualdo, Caputo, Maietta e Iandiorio, che quasi fossero in una bolla, viaggiano a testa bassa come se ci volessero far trovare davanti a fatto compiuto.
Volgarità su volgarità si aggiungono e si sommano esponenzialmente:
chiunque venga contattato da Paolo Foti acquisisce i suoi neuroni, comportandosi di conseguenza.
L'amico del ragioniere comunale Marotta, quello del Suv al Corso e in evidente conflitto d'interesse, il professorone Terracciano, ancora non riceve le documentazioni sul Teatro che continua a chiedere senza risultato:
potrebbe dimettersi, ma chi te lo dà, come detto poc'anzi, sono tutte facce della stessa medaglia...!
E come dimenticare quell'altro campione dell'Alto Calore, che sta mettendo in ginocchio l'intera provincia lasciandola senz'acqua?
La sua illuminata gestione, riconfermata da sindaci compiacenti nonostante sia sotto inchiesta, Raffaello De Stefano l'ha difesa strenuamente, alla faccia del debito stratosferico di 120 milioni e di un recupero credito mai eseguito.
L'Udc di De Mita volle svendere la nostra acqua alla Puglia, e
i vari amministratori succedutisi, hanno ignorato un problema che prima o poi sarebbe esploso in tutta la sua drasticità.
Insomma, Foti conferma le nomine al Gesualdo, altro che Carta etica di Pisa, mentre De Mita continua ad avere credibilità (Atripalda) nonostante operi contro la Provincia.
Ma gli avellinesi sono labili, presto tutto sarà solo un ricordo d'estate, passata senza utilizzare rubinetti e sciacquone, le nomine restano e Foti forse ce lo ritroveremo alle prossime elezioni.
Speriamo che la magistratura indaghi, infatti questa è una città che ama vedersi togliere le castagne dal fuoco, basta che non si comprometta:
anche questi diari piacciono, ma è così difficile condividere...!
RDM
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