Ci piace aiutare le persone di questo paesotto, le persone che votano sempre gli stessi, le persone che puntualmente si lamentano di quanto accada per la propria cecità.
Quelle che sudano, bestemmiano e passano una parte consistente dell'esistenza facendo la fila all'ufficio tributi comunale, mentre vengono derubate attraverso le partecipate come il Teatro e l'Acs, o con affidamenti abusivi mai contrattualizzati.
Più volte Dino Preziosi ha stigmatizzato in consiglio ogni anomalia suscitando spesso quei risolini nella maggioranza, oggi cancellati dalla Procura.
Questo consigliere non è ricordato perché nostro amico, ma è nostro e vostro amico proprio perché, unico, si cura degli avellinesi con i fatti e non con le sterili chiacchiere di chi pure condivide il suo banco.
Non ci sarebbe bisogno di tali specificazioni se non avessimo a che fare con la gente di questo territorio;
quella riportata su in foto che per i cazzi suoi parcheggia al centro dell'asse stradale davanti alla Decò di Valle.
Tornata all'auto, la proprietaria, alla guida del suo carrello, non si è mai preoccupata del traffico ostruito perché la sua cafonaggine aveva ridotto a una corsia la strada, anzi si guardava anche intorno come per chiedersi se avesse dimenticato di comprare qualcosa, e quindi ritornare nel supermercato...!
E' Avellino, a voglia di frasi altisonanti d'amore e dedizione:
siamo questo e forse, peggio.
Come non dare ragione a chi ci considera dei provinciali scostumati capaci solo di aggredire in venti, un'auto con tre persone all'interno, ma restare zitti e tremebondi davanti alle angherie di questa amministrazione di inetti pericolosi.
Quale potrebbe essere la ricompensa per chi volesse offrire solo un servizio e non una clientela?
Certo sarebbe difficile che tali sognatori incontrino un consenso elettorale che invece, i promettitori a oltranza hanno sempre ottenuto;
e questa sicumera fino a oggi non ha mai avuto fasi contrarie:
cacciare il povero che ieri i commessi del Municipio hanno inseguito, pensando fosse un ladro, per poi promettergli fintamente fra qualche mese un alloggio e un lavoro, è la fine strategia che non sbaglia mai.
Poi, se dovesse morire per il freddo, l'inedia o perché suicida, nelle more, guai a chiederne il conto all'assessore alle politiche sociali, Teresa Mele, che ovviamente non ne saprebbe nulla e anzi potrebbe querelare chiunque volesse insistere.
RDM
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