Giornale d'informazione e commento di quanto accada sul territorio avellinese.

mercoledì 3 agosto 2016

Avellino ha un substrato virale che aggredisce le cellule neuronali...



Lei non sa chi sono io...
Avellino è questa, purtroppo, una città rivisitata da personaggi per nulla innamorati della terra che amiamo;

loro venivano da altrove, forse complessati dai luoghi contadini che li avrebbero contraddistinti per sempre, hanno determinato la fine culturale e imprenditoriale tanto per sfregiare e basta.

www.orsettodigimmi.blogspot.it

E le menti deboli, i Rioni periferici, i bisognosi e anche quelli che per puro spirito servile, riconoscendosi intimamente inferiori, cercavano una propria indebita riabilitazione, li hanno resi forti e sempre più implacabili.

E siamo qui a leccarci le ferite, a scontrarci quotidianamente con un tessuto sociale infimo di gente raccomandata di padre in figlio;

i tanti che ancora pensano di non dover niente a nessuno, ignorano di essere esercizio del compromesso e della vergogna.
Le difficoltà di poter scambiare un pensiero compiuto si appalesano violentemente;

dobbiamo combattere contro la scostumatezza e l’arroganza che un’agiatezza economica hanno determinato quale status simbol.

Continuando la sottomissione culturale, i cosiddetti professionisti usano e abusano dei clienti, dimenticando chi è che porta il denaro.

Alcuni avvocati, per esempio,  forti delle difficoltà degli assistiti, le usano per intimorirli ribaltando così i ruoli.

E gli avellinesi stupidi, abituati al colonialismo, hanno creato questa situazione inedita: chi viene pagato dispone di chi paga…!

Una legge di mercato al contrario di cui questi pseudo professionisti, boriosi e il più delle volte incapaci, si beano, scrivendo una nuova filosofia professionale: se la sentenza è favorevole è bravo l’avvocato, al contrario è stupido il giudice…!

Ovviamente chiunque abbia il giusto numero di neuroni, capisce bene i limiti psichici con cui ci confrontiamo;

l’idiozia è una condizione che stravolge anche chi abbia cellule intellettive funzionanti: farsi condizionare da idee precostituite, corroborate da potenti io sono, io ho fatto, io potrei o potrò, diventa la linea di demarcazione del disturbo mentale.

La signora (?) che per troppo amore ha voluto lasciare su un balcone a morire il proprio cane, è un altro esempio, ma guai a cercare di far capire a chi è tarato ma non lo sa, quanto ci sia di diabolico nella scelta.

Cari lettori, abbiamo questo macigno sulle spalle che ogni mattina ci piega un pò di più, e se Paolo Foti sappiamo che è un incubo dal quale prima o poi ci sveglieremo, questi soggetti che costellano l’universo cittadino ormai ci hanno rovinato l’esistenza e il tempo che sta finendo.

RDM


Nessun commento:

Posta un commento