Giornale d'informazione e commento di quanto accada sul territorio avellinese.

venerdì 22 luglio 2016

Avellino e i suoi abitanti menefreghisti...




Quand'eravamo ragazzi, Avellino era questa nella foto: pulita, ordinata e con un senso civico delle maniere.

Gli avellinesi amavano e rispettavano la città, non si deturpavano i palazzi o le aiuole, i bimbi ascoltavano i genitori che li redarguivano se non si fossero comportati con rispetto delle persone e delle cose.


Ognuno faceva al meglio il proprio lavoro perché gli altri non avessero nulla da recriminare, e se fosse capitato, il disagio di un disappunto pesava sulle coscienze.

Oggi no!


Avellino è la terra di nessuno, si lavora poco e male, e guai se lo rimarchi, la risposta è quasi sempre offensiva.


Anche oggi è così...
I personaggi che mostravano il dito medio alle telecamere all'Asl, sono fieri e anche incazzati, pronti a ricorrere in giudizio per dimostrare che fosse un loro diritto andare al bar o al supermercato.

E quelli che si sono appropriati di somme pubbliche, si sono difesi attraverso tesi creative: dovevo avere dei soldi e me li sono anticipati...!

Una volta la gente si mortificava e non aveva il coraggio di farsi vedere per strada, ma oggi il sindaco Paolo Foti con otto e forse più, avvisi di garanzia, fa le conferenze stampa bacchettando a destra e a manca...!


Tribunale: il grosso furgone perennemente parcheggiato
sul marciapiede
non è importante per il vigile che si imbucherà nel bar...
Una città, Avellino, mortificata nella sua più intima essenza, perché cultura ed educazione non fanno più parte di un suo bagaglio di tradizioni;

le clientele, il denaro facile, gli imbrogli, sono le sue prerogative moderne.


Il divieto è per gli stupidi...
mentre basterebbe un buon esempio.
La Polizia Municipale passa davanti a camion sui marciapiedi e va a prendere il caffè, stupidamente dimenticando che anche i vigili se residenti, dovranno pagare le tasse per riparare quel manufatto pubblico.


Uno, due, tre, c'è spazio per un altro?
I padroni della città: né un vigile, né un magistrato
s'interessa della cosa...
Troppa intelligenza ci vorrebbe, quel che conta è il caffè e lo scorrere del tempo: evitare il lavoro quando si può, è la prima regola del furbo anni 2000.

Il consigliere comunale si raccomanda al vigile urbano per risolvere un problema davanti casa, ignorando la montagna di abusi davanti quella degli altri.

E via così: farsi gli affaracci propri, alla faccia di chi la pensi diversamente.


Però, corriamo, presto, davanti alla televisione, c'è Ciriaco De Mita, uno di quelli che ci ha resi strafottenti e supponenti, ascoltiamo e forse nuoteremo ancora meglio nella vergogna delle nostre quotidianità.

RDM

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