Serse Cosmi consolato da Massimo Oddo |
Nello scontro diretto con il Pescara allenato da Massimo Oddo, la città siciliana ha perso la sua possibilità, ma la scena dell'amico che corre dall'avversario per rincuorarlo, prima di festeggiare con i suoi, ha qualcosa di antico, di metafisico.
I valori in campo sono stati etica sportiva e amore per una squadra e un'intera collettività che ha sofferto e gioito un anno intero;
il rispetto degli altri che credono in noi che li rappresentiamo, va al di là di qualsiasi ostacolo, prorompe orgogliosamente nel reale assorbendo qualsiasi fatica, ogni difficoltà.
Purtroppo solo in politica, e specialmente nei nostri territori, la morale diventa soggetto di fantasia per sognatori;
il furbo, quello che impegna i beni altrui per farsi gli amici, come l'amministratore disonesto che Luca descrive nel suo Vangelo, diventano la Magna Carta Libertatum di una scuola clientelare ormai atavica, che pervade intimamente menti e coscienze.
Ciriaco De Mita, alla pari di re Giovanni Senzaterra, impose un mercimonio tra domanda e offerta, che non sarebbe mai cresciuto senza la pochezza degli spiriti irpini.
E così di anno in anno, di lustro in lustro, di decennio in decennio, siamo arrivati a Paolo Foti, tristissima espressione del tornaconto locale;
anche in ospedale non ha pensato ai problemi che non ha mai risolto sia umani che materiali, ma al suo bilancio "appezzottato", a come mantenere la poltrona, passando magari per il tunnel e Piazza Libertà.
Intanto i suicidi si reiterano perché la disperazione non è mai all'ordine del giorno: gli alloggi, il lavoro, l'insensibiltà di una città sorda a qualsiasi richiesta d'aiuto, aumenta il disagio, sporca un'intera comunità.
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i più sfortunati rappresentano una classe d'inferiori che pagano i peccati di altri, perché, diciamocelo, se avessero avuto meno guai, sarebbero appartenuti anch'essi ai vincenti, quelli che comandano, i potenti.
RDM
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