Giornale d'informazione e commento di quanto accada sul territorio avellinese.

mercoledì 4 maggio 2016

Avellino: una città melanconica che trasmette solo emozioni negative...



Era Avellino, quella nostra che ognuno sapeva apprezzare, e chi veniva da fuori non poteva non ammirarla.








Quando era la città forse non l'apprezzavamo appieno;

le sue strade sempre pulite, le aiuole  profumate, e gli automobilisti non angustiati da cantieri aperti per sempre, non provavano quel disagio che oggi li accompagna generando tensione e fastidio.


Nessuno poteva permettersi di prevaricare arrogantemente gli altri;

il comandante Solimene dei Vigili Urbani, era un signore d'altri tempi, ma veramente, non come usa auto celebrarsi il sindaco Foti, e stava in mezzo a noi.

A bordo della sua bellissima Fiat 2300 S coupè 6 cilindri, girava continuamente la città perché nulla gli sfuggisse;

disponibile ad ogni chiarimento con una signorilità nei modi e nell'espressione che oggi è difficile riscontrare nei rappresentanti in divisa che vedono e non vedono.


www.orsettodigimmi.blogspot.it

Questa amata la ritroviamo persa nei meandri di volgari artifici di potere che hanno fatto diventare grandi i nani e ininfluenti i pensatori, gli  amanti del bello, i costruttori di sogni.

Oggi esistono gli organizzatori di eventi; 

personaggi che hanno capito come fare soldi diventando riferimento di chi non ha alcun senso del rispetto che si deve a chi non la pensi allo stesso modo.


Un mercimonio contro natura per l'utilizzo del territorio a proprio uso e consumo: 

il consigliere Luca Cipriano, presidente per sempre, è stato eletto come rappresentante di una parte della città, ma lui  si occupa del Teatro Gesualdo, e basta...!

E si, muoia Sansone e tutti i Filistei, io gestisco il denaro pubblico, mi diverto e me ne strafotto se Avellino sprofonda;

e chissà che altro visto che la Procura si interessa alla sua gestione.


Avellino del terzo millennio è degradata in questo modo: 


i furbi, i mentecatti, gli affaristi, gli approfittatori, circolano nella Casa Comunale come belve pronte ad azzannare qualsiasi cosa, mentre i disperati, quelli che non hanno manco dove dormire, restano umili spettatori.

E beh, mentre Bob Dylan termina il suo canto malinconico, anche noi ci avviamo ogni giorno con il capo chino, a subire un altro abuso, l'ennesimo stupro di un territorio che amministratori innamorati hanno consegnato nelle mani dei loro carnefici.

RDM



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