Il
Procuratore della Repubblica di Avellino, Rosario Cantelmo, a Caposele ancora
una volta ha voluto fare il punto sul
rispetto della legalità che i giovani tendono a minimizzare.
La
legge è diventata solo una museruola per deboli, mentre i furbi sanno come
aggirarla, vantandosene finanche.
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I più
preparati in questa gara per idioti, Procuratore, sono proprio i controllori, e
specialmente i poteri grandi, piccoli ed infinitesimali.
Avellino lo sa, è un coacervo di personaggi che si
coltivano il tesoretto.
Ognuno ha il proprio cliente che viene protetto in
cambio di qualcosa: non è possibile che tutto passi in sordina quando ogni
giorno si perpetrano abusi sotto gli occhi di tutti in pieno centro.
La Polizia
Municipale passa e spassa ma non vede, non sente, non sa.
I consiglieri
comunali altrettanto turpemente si appropriano di beni pubblici o coprono durante
le sedute consiliari illegittimità e allegre spese fuori bilancio che servono a
tutti loro, chi più chi meno.
Gli esempi, dott. Cantelmo, gli esempi sono dirompenti
nella psiche di un ragazzo, e questi signori con il proprio atteggiamento, con
le loro azioni, disegnano nella mente di chiunque si trovi ad assistere alla
quotidianità dei loro comportamenti, che bisogna fare così: strafottenti e
prevaricatori, il giusto contegno, tutto il resto…è noia, come diceva il povero
Califano.
E allora cari i nostri ragazzi inquisitori che vi impegnate indignandovi,
a segnalare, denunciare, contestare, non è bene utilizzare la buona fede di chi
ci segue per poi trasportarla scegliendo la strada, in modo opinabile.
Non è
bene decidere facendo finta di lasciare ognuno in libertà, mentre si generano
azioni d’incatenamento culturale già predisposte artatamente.
RDM
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