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martedì 26 aprile 2016

Atripalda come Avellino: è un mondo che abbiamo coltivato negli anni, ed ora ci accorgiamo del veleno...


Paolo Spagnuolo, sindaco di Atripalda
Che succede ad Atripalda: Istituzioni contro Istituzioni, e il monito sulla legalità che il dott. Cantelmo ha voluto elargire a Caposele qualche giorno fa, cade nel vuoto più profondo.

Parlavamo di esempi che avrebbero instillato nei giovani l'amore ed il rispetto della legalità, quella che sindaci, Polizia Municipale e Carabinieri interpretano a modo loro nel paesino limitrofo al capoluogo, e che tristemente viene rappresentata oltre che in Parlamento e fra le toghe, come l'effetto di una eterna diatriba fra poteri che si lacerano e dividono senza ritegno.

La corsa al personalismo più becero costringe personaggi che dovrebbero rappresentarci ed anzi ad insegnare comportamenti secondo le regole, ad interpretazioni vergognose della Cosa Pubblica, salvo  poi ricordarsene nei momenti utili ad un proprio tornaconto.

E' difficile raccapezzarsi in questa baraonda di immagini sbagliate che ci bombardano dalla mattina alla sera;

ogni giorno, ogni ora, notiamo che la città sprofonda sempre più senza poter intervenire, se non attraverso la Procura.

Ogni messaggio, ogni segnale, da qualunque parte arrivi, è quasi sempre sbagliato, perché c'è un pensiero recondito, un'idea nascosta, atta a raggiungere  personalissimi obiettivi.

www.orsettodigimmi.blogspot.it

E allora i partiti si combattono al proprio interno per avere la preminenza di qualcuno, i consiglieri comunali difendono il proprio orto elettorale con promesse e disegni difficilmente confessabili, e i mentecatti che sia aggirano sui Comuni sempre con il cappello a falde larghe proteso, accompagnato da un sorriso ebete stereotipato, mai soddisfatti progettano in continuazione per se stessi fingendo interesse sociale.

Non ce ne usciamo, e sapete perché?

Gli esempi, signori, sono quelli che ci fottono, facendoci perdere qualsiasi forma di rispetto e di moralità.

RDM



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