Quale può essere la strategia per salvare capra e cavoli se non quella di creare un altro farraginoso e inutile assessorato, per una furbata elettorale, e manco tanto, alle prossime regionali..?
Roberto Fico con questa prima uscita non ha certo dato un bel segnale, ma purtroppo come scriviamo spesso, per diventare generale basta indossare il cappello giusto.
Definire le aree interne bisognose di un'attenzione particolare perché emarginate, significa istituzionalizzare una vergogna perpetrata nel tempo, quasi fosse determinata da un volere divino.
L'entroterra è penalizzato da sempre, per una carente visione amministrativa, che dovrebbe accusare pesantemente gli stessi che hanno proposto l'assessorato.
È evidente, infatti, l'ammissione di incapacità o menefreghismo, che qualunque mente sana capirebbe, scambiata per voglia di migliorare la vivibilità dei territori da sempre penalizzati da essi stessi.
Un carnefice che trova la soluzione per alleviare i patimenti che egli stesso causa alla vittima, diventa l'interlocuzione malata per uno psichiatra.
Da destra: Michele Gubitosa, Vincenzo Ciampi e Piero De Luca
L'assessorato di Fico è un copia incolla delle commissioni d'inchiesta istituzionali, carrozzoni che non arrivano a nulla ma utili a consumare risorse, con nuove assunzioni e stratagemmi vari.Comunque ci pensa De Luca a tenere sotto scacco l'intero partito democratico e il Movimento, Fico fa il fico e non capisce che debba sottometersi, altrimenti la sua sarà una passeggiata inutile verso le urne.
Il governatore è così pieno di sè, della propria vanagloria e dell'arrogante desiderio di sentirsi il padrone delle ferriere, che la vediamo grigia per la coalizione di sinistra.
Questo signore non si farà mai da parte, e se pure l'ex presidente della Camera dovesse vincere, la scure della sfiducia lo accompagnerebbe quotianamente.
È il destino che vuole l'Italia prigioniera di se stessa, la politica sempre nella mani peggiori, non sarà mai al servizio della gente, anche se episodi accattivanti vorrebbero significare altro.
La camminta rosa che si ripete da anni ha regalato all'organizzatore Carlo Iannace il seggio in Regione, poi laciato e ripreso per la legge Severino che gli impediva il ruolo nella consiliatura.Fantastica la guerra, secondo noi poco dignitosa, fra Iannace e Francesco Todisco, secondo eletto, a colpi di ricorsi che il Tar alimentava con sentenze a volte contraddittorie, premiando prima l'uno e poi l'altro.
Ma oggi dopo aver evitato i tre anni e un mese di reclusione, per grazia ricevuta, eccolo pronto per la lista elettorale che i camminatori indefessi rosa, certo vorranno appoggiare.
Questa è parte della fauna che si appresta a rappresentare la gente campana, personaggi colmi come otri di supponenza oltre a una smisurata esigenza di raggiungere il potere.
RDM
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