Padre Giovanni Maria Matera
Il parroco del Santuario del Santissimo Rosario, è un sacerdote che si è fatto conoscere per la schiettezza e l'estrema determinazione nel pronunciare omelie scomode, e non sempre apprezzate.
Parlare dell'agiatezza sregolata che distratti genitori regalino ai propri figli, senza un controllo e una discussione sull'etica almeno, per non dire morale, comportamentale, non desta grandi consensi.
Ma padre Giovanni non ha mezze misure, la violenza, l'illegalità e la mancanza di controllo in città, sono una metastasi che evidentemente il suo capo in testa, il Vescovo, non ha mai notato, per la cieca sudditanza psicologica alla biondina di Palazzo di città, ormai solo un triste ricordo.
La decisione imperiosa di Giuliana Perrotta nella difesa dei cittadini, spudoratamente penalizzati dalle ruberie e dalle malefatte verbalizzate dalla Procura, ancora una volta ha messo all'angolo della vergogna Laura Nargi, e la peccaminosa amministrazione che l'ha sostenuta.
Riconoscendo nell'intimo le proprie responsabilità, che pensava di cancellare con i comodi moti di scuse più volte riproprosti, la fatina straordinaria di Fulvio Martusciello e del supinato Arturo Aiello, non aveva voluto porsi parte civile nel processo che partirà a ottobre.
È sicuramente intuibile il diniego di Nargi, sarebbe stato veramente un affronto rinnegare quanto abbiamo visto e sentito dalle intercettazioni, e poi una volta che si fosse vinto il giudizio, avrebbe corso il rischio di una chiamata in causa, che la Procura al momento le ha evitato per un pentimento ben orchestrato.
Avellino dell'era Festa-Nargi è andato oltre le più recondite azioni criminogene immaginabili, e quel che è peggio, proprio come ha stigmatizzato il Domenicano a capo del Rosario, sono state fatte proprie dalla gente che condividendole, ha inneggiato beffardamente alla continuazione.
Il Vescovo poi, è la parte più incresciosa delle malefatte, si è prostrato a Nargi perfino in Cattedrale, e non riusciamo ancora a metabolizzare quei momenti, e contestualmente rinnegando un rispetto istituzionale, che avrebbe dovuto mantenere per il procuratore Airoma.
Siamo tornati all'anno zero, il Commissario persona caparbia e certo poco circuibile, si sta occupando seriamente del Centro Autismo, e suggeriamo alle politiche sociali, che non vorremmo fossero confuse con l'ennesimo emolumento a una Caritas sempre più questuante, e affamata di denaro mai rendicontato.
Ci dispiace raccontare quanto siano spietati gli (a)vellinesi con se stessi, e capaci di ogni bestialità pur d'ottenere.
Ormai le capre sono al comando, chiunque abbia il coraggio di esprimere pensieri e parole contrarie, viene fatto segno del ludibrio dal pensiero unico, ma la gente per bene e con un pò di cuore che pulsa, saprà farsene una ragione.
RDM
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