Avellino: gira e rigira, i pensanti restano gli stessi e gli idioti, anche..!

Torna l'incubo delle notti brave, e dal mercoledì...

Il Commissario sta valutando la posizione economica di un Comune che rasenta il dissesto, anzi l'avrebbe già adottato l'amministrazione Ciampi, se non fosse stata boicottata dagli stessi che sarebbero andati a processo.

Qualche ragazzino che pensa ancora ai festeggiamenti di Ferragosto, mistificando l'interesse per i balocchi con la santa esigenza di celebrare la Madonna, non ha contezza di che significhi il sacrificio.

Avellino dovrebbe crescere e diventare adulto, dopo anni e anni di mala gestio, una parte cazzista della popolazione s'è abituata a credere che poi alla fine, tutto tornerà in regola, quasi per un intervento magico della sorte.

E allora giù con le chiusure dei quartieri, ztl, alcool e droghe a volontà, musica a palla e abitanti al limite della crisi nervosa, il metodo del liberi alcuni, facendo prigionieri altri, è la strategia vincente secondo l'inscindibile duo Festa-Nargi.

Persino la Questura ci si mette: 

circoscrivere le aree destinate agli ubriaconi, non rende giustizia a un territorio fondato sul lavoro e l'impegno della gente per gestire il quotidiano.

Esistono gli allettati, gli autistici, i bimbi e gli anziani che sono persone, vorremmo ricordare, e questi spazi delimitanti quasi in toto il territorio, per regalare ore di divertimento sfrenato a spese di chi paghi le tasse e permetta alla Città di sopravvivere, ci sembra l'ennesima prevaricazione non necessaria delle istituzioni.

Insomma niente funziona ad Avellino, gli improvvisati che coltivino saccenteria e le bontà del Marchese del Grillo, non si contano.

Lo scriviamo da sempre, questa è l'epoca dei foderi che improvvisamente assurgono a sciabole, e la gente è così stanca e delusa, che alla fine, si adegua..!

Il solito, immarcescibile, instancabile e ficcante, Nicola Giordano, eccolo impegnato in una spiegazione cattedratica ma intuibile perfino per la tifoseria festifera che come Netanyahu, fa diventare la realtà solo consona narrazione.

RDM

 Nicola Giordano

IL RE NON E' PIU' SOLO... ORA E' NUDO

Di solito funziona così: se hai un debito (disavanzo) e chiedi in banca un prestito (Piano di riequilibrio),

paghi le rate ogni mese e tagli le spese inutili, per non fare brutta figura con la banca (Corte dei Conti).

Poi magari chiedi un aiuto ai cittadini di Avellino, con un bel aumento delle tasse.

E una zia anziana ti fa pure una donazione (Patto con il Governo), ma ti raccomanda:

“Spendili con parsimonia.”

E tu che fai?

Ti organizzi una vacanza alle Maldive (Summer Festival)

Ti fai un "bel Natale” con regalini alla “famiglia” (incarichi legali, consulenze, favori)

E non ti fai mancare neanche un romantico San Valentino (Eurochocolate)

Alla fine?

Non paghi le rate, il debito invece di diminuire cresce, e in cassa non resta più un euro.

E oggi chi ha la responsabilità (il Commissario) è costretto a chiedere di nuovo aiuto ai cittadini (5 per mille).

Ancora una volta, è la città a pagare il conto delle scelte sbagliate.

Cosa si poteva fare?

Si potevano vendere i beni di famiglia (Piano di alienazioni) — non si è fatto

Si poteva valorizzare il patrimonio — è stato ceduto in comodato (Palazzo di Città)

Si potevano mettere a profitto gli immobili — li abbiamo lasciati deperire (piscina comunale)

Si potevano gestire direttamente i servizi — li abbiamo affidati ai privati (parcheggi, riscossione tributi, rifiuti)

E ora?

Ce la prendiamo con chi ha tolto il giocattolo dalle mani?

Con i giornalisti — Marinelli, Marchetti, Staglianò — che, facendo semplicemente il proprio mestiere, raccontano i fatti, pongono domande e smontano narrazioni comode?

O con le opposizioni che, “rosiconamente”, in aula — a mani nude e senza nascondersi — hanno avuto il coraggio di contrastare le scelte sbagliate che ci hanno portato a sbattere?

Il problema, caro “re”, è che oggi non sei solo.

Sei anche nudo. E ormai lo hanno visto tutti.

La verità — quella vera — è questa. Amara. Incontrovertibile.

Mi auguro che almeno adesso si trovi il coraggio di voltare pagina.

E finalmente, di scriverne una nuova.

Dimenticavo i numeri. Quelli veri:

Il disavanzo al 2019 è di 43.683.444,89 euro — non 67 milioni.

E le rate da pagare scadono il 2036.