Se il Pd avellinese vorrà discostarsi perfino dalle indicazioni nazionali trasmesse dal proprio rappresentante regionale, Antonio Misiani, ha certamente idee tutt'altro che lecite, perché la ragione vuole che un Comune condotto in modo dissennato e con un mare di debiti, debba capitolare.
I ventisette milioni di passivo non sono niente dinanzi alla criminalità diffusa, negli uffici comunali e alla sensazione latente di pericolo che la città trasmette.
Una Polizia Municipale che viaggia a vuoto e mai dove serva, un ospedale che fa acqua perfino con i centralini, impiega per consegnare un referto giorni e giorni e solo in due ore precise, così tanto per non farsi mancare nulla dopo lo schifo nazionalizzato del Pronto Soccorso.
E mentre il buon governatore ormai scaduto come uno yogurt, dal basso delle proprie esigenze gestionali del potere, cambia i direttori generali premiando come sempre la fedeltà, che spesso non fa rima con merito, il Moscati persegue la propria filosofia d'improvvisazione.
Abbiamo serie difficoltà nella politica generale e in special modo in questa di casa nostra, una patologia atavica ma curabile se solo quelle poche, pochissime persone per bene che hanno voltuto cimentarsi, potessero unirsi e decretare il meglio per una terra da troppo tempo bistrattata.
Per una volta mettiamo da parte gli interessi di parte, le inimicizie, i ragionamenti e la giustizia con un solo occhio:
siamo peggiorati costantemente senza mai un freno, una stasi, una battuta d'arresto.
Il commissario sarebbe l'organizzatore di un momento di riflessione, un riassetto del Comune senza regole arricchito di due assessori provenienti da un'amministrazione in odore di camorra.
Laura Nargi è evdente ormai, non riece a far meno di gente opinabile, persevera in un'attività insulsa e non ha idea di programmi, progetti o visione di un territorio.
Non facciamoci sfuggire un'occasione che potrebbe stabilire, chissà, un nuovo percorso, da troppo tempo distante da ogni aspettativa, non facciamolo..!
RDM
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