Il Summer Festival così chiamato dai provincialotti di Palazzo di Città, doveva rappresentare l'apoteosi del divertimento a ruota libera, durante il quale la frontiera dell'autocontrollo doveva essere superata.
L'articolata rassegna musicale fu interpretata e tradotta da Nicola Giordano, che scoprì come si fosse appaltato l'evento a una ditta alla prima esperienza e incaricata a trattativa privata.
Ora, finalmente, dopo anni di lavoro, la Procura ha chiuso le indagini e accusa cinque persone fra cui Stefano Luongo che rappresentava la longa manus di Angelo Antonio D'Agostino.
Durante questi anni Luongo ha vissuto alla grande, sbertucciandoci sui social con foto autocelebrative.
Non si è fatto mancare le vacanze al mare o le gite a Sanremo per assistere alle importanti competizioni canore, nonostante avesse un altro serio processo da affrontare con i Carabinieri, investiti durante le serate natalizie di anni fa, ubriaco e in evidente stato confusionale.
L'allora sindaco Festa non poteva cacciarlo per sudditanza a D'Agostino, e il prode assessore con arroganza si dichiarava soddisfatto e per niente pentito.
D'Agostino da parte sua è un pesce in barile difficile da accostare a chi sia sceso da cavallo:
Gianluca Festa che appena indagato, se lo ricordava si e no, anzi, erano anni che non lo vedeva, mentre la scomparsa dal panorama politico e non solo, di Stefano Luongo, è bastato perché nessuno lo accostasse più a lui.
Invece sappiamo bene a chi facesse riferimento quel ragazzotto pieno di vizi, e le ragioni per cui il sindaco di Montefalcione l'avesse imposto quale assessore a Festa.
La storia di questa città, purtroppo, è intrisa di vergogne e atti criminosi, anche se la gente sempre attenta ai cazzi propri, finga di non immaginare.
E allora, il ministro dell'Interno Piantedosi che dovrebbe mangiare pane e giustizia, prende sotto braccio Angelo Antonio D'Agostino per farsi spiegare le varie fasi della vittoria allo stadio, senza entrare manco per un attimo nel caso Dolce Vita.
Anche Antonio Sibilia divenne un eroe perché presidente dell'Us Avellino, e quando morì ci furono manifestazioni d'affetto che durarono intere settimane, eppure era stato processato per il coinvolgimento nell'attentato alla vita del Procuratore della Repubblica di Avellino, Antonio Gagliardi.
Infine, il chiacchierato dirigente alle finanze Gianluigi Marotta, già a processo per falso in bilancio, oggi indagato nell'inchiesta Dolce Vita, è uno dei cinque implicati nella stessa inchiesta di Luongo...la cafonissima estate canora protratta fino all' allacciate le cinture di Festa a Natale..!
Ma resta lì, al posto di comando dove l'ha lasciato il manichino imbrillantinato, e ovviamente confermato da Laura Nargi.
Insomma Avellino è un coacervo di schifezze, quanti sono coinvolti in inchieste, imbrogli, truffe e corruzioni.?
Eppure la nostra Giovanna D'Arco, indagata insieme all'ex sindaco, e uscita vittoriosa alle scorse elezioni per rappresentare la continuazione con i voti di Festa, si ammanta di un'improvvida aurea dorata che la santifica e la benedice.
Cambia per la terza volta in meno di un anno la giunta, e inserisce due assessori provenienti dal Comune di Monteforte commissariato per...camorra:
è più forte di lei, senza qualcosa in odore d'illecito, non si trova..!
E infatti, le varie inchieste non possono esimersi dal considerare che hanno un comune denominatore.
Laura Nargi.
Ricopriva un ruolo fondamentale, era il vice di Festa la volpe, e non crediamo che possa scappottarsela per il rotto della cuffia, se era la gatta i topi comunali non potevano e nè dovevano sfuggirle..!
L'animo umano è debole lo sappiamo, come sappiamo che tira più il pelo di donna che un carro di buoi, ma che un intero partito, il Pd, pur consacrato da parecchie anime, possa ridursi a una bestemmia interna per aver intravisto la possibilità di contare, lo troviamo convintamente disgustoso.
Il Procuratore Domenico Airoma
La città a questo punto non ha scampo, se chi si professava interessato al servizio e alla programmazione per una rinascita, quella vera, non delle canzonette e del liberi tutti, alla fine si scopre che interpretava una farsa.
Non sappiamo più a chi rivolgerci per una preghiera d'aiuto al territorio, la destra è ormai contaminata da D'Agostino e un certo Gianfranco Rotondi che saltellando di qua e di là, rappresenta l'anima nera di chi viva di sotterfugi.
Domenico Airoma quando andrà via di qui potrà tirare un sospiro di sollievo, ricordando un'area così contaminata che la delinquenza diffusa, trovi compiacimento perfino nella Diocesi, un Capoluogo in cui l'incompetenza amministrativa sia diventata arte, e la ricerca delle regole resti esercizio sconosciuto..!
RDM
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