La Banca Popolare dell'Irpinia, ai tempi del presidente Ernesto Valentino, nascondeva il proprio debito con bilanci artati in cui le sofferenze diventavano credito certo.
E le perdite che qualcuno provocava, giocando nottetempo in borse estere e preferibilmente quelle asiatiche, le nascondevano con alchimie tecniche, che gli ispettori della Banca d'Italia coprivano colpevolmente.
Avellino l'abbiamo descritta più volte quale porto delle nebbie, e infatti, nel momento in cui Nicola Giordano ha iniziato a fare le pulci alle stronzate raccontate, quella brava persona che fa il sindaco indagato, ha deciso di inventarsi qualche trucco per evitare ogni tipo di controllo.
Il bilancio di previsione è stato descritto perfettamente, dal presidente della commissione permanente, che si occupa proprio del documento contabile.
È farlocco, e la Corte dei Conti che vorrà confrontarsi col Comune fra tre mesi, si accorgerà che le spese immaginate sono inesistenti, perché le casse non sono solo vuote, ma pregne di un gravoso debito.
Il disavanzo come scriviamo da tempo, non è stato minimamente considerato dalla bionda di Palazzo di Città, proprio come faceva il suo mentore, il brindisi di fine anno fra grida e applausi andava fatto, e la tifoseria non poteva essere disillusa.
Il disavanzo della spesa corrente evidenziato da Giordano, al momento supera gli otto milioni, la Tari è aumentata per uno spazzamento da tredici milioni contro gli undici di Irpiniambiente, e gli incassi sono diminuiti.
Insomma, chiacchiere e tabaccher'e lignamme, 'o Banch'e Napule, nunn'empegna, e a parte l'ignoranza dimostrata dall'assessore Scaletti, del documento unico di programmazione, sono la ciliegina che serviva per definire il delirio di Nargi e compagnia..!
Come la Bpi portava quale utile sofferenze inesigibili, così l'ex assessore Cuzzola, e di rimando l'attuale Scaletti.
Il fido assessore Antonio Genovese, con il capo..!
Avellino in due anni cambierà volto..!
Il delirio e una patologica forma di autoesaltazione, ha pervaso l'amministrazione indagata, che fa a gara a chi la spari più grossa, perché Festa insegna che così si vince..!
Purtroppo per lor signori, e per chi li debba subire, la realtà è un'altra, i fatti sono la ricapitalizzazione dell'Acs mai avvenuta, e le irrealizzabili vendite del patrimonio immobiliare.
Festa prima e Nargi oggi, si beano d'aver superato il predissesto che invece si è avviato a un fallimento già dichiarato dal sindaco Vincenzo Ciampi, poi esautorato per evitare di finire sotto processo..!
RDM
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