Avellino: la verità è semplice, ma la tracotanza è doppia..!

 

E alla fine i nemici amici si accordano per interesse, Angelo Antonio D'Agostino non vedeva da due anni Gianangelantonio, così affermò all'indomani del suo arresto, non potè dire che non lo conoscesse, solo per un sopravvenuto rigurgito della realtà, già fin troppo abusata.

Livio Petitto ormai forzista, secutea D'Agostino sperando in una buona parola per la candidatura alle prossime regionali, che se dovessero vedere De Luca contro il Pd, la cosiddetta destra avrebbe grandi possibilità di vittoria.

Il Comune intanto, sempre più nelle mani di Festa, continua la propria strada densa di incertezza, cambiando dirigenti qui e là, come fossero delle marionette e non persone.

Pasquale Pensa non è durato neanche due mesi, e come un bimbo scemo lascia appena il paparino lo richiama, perfino il revisore dei conti poco schierato deve andarsene, e ovviamente, l'assessore al bilancio napoletano, Scaletti, troppo innamorato di Nargi.

Mentre la fedele Giovanna Vecchione presiederà il Piano di Zona, finchè qualcuno non la chiamerà per far posto a un altro nome più in forma.

Terra bruciata intorno alla bionda principessina che priva di ogni barlume di dignità, esegue come un soldatino gli ordini del sergente.

Non le sembra vero essere chiamata sindaco, e per questo si è venduta l'anima insieme alla giunta e all'intera maggioranza, che continua a rappresentare il peggio della società avellinese.

La corruzione intima che alligna al Comune è stata potenziata dal Festa-Nargi in maniera esponenziale; 

Giangi non ama le bugie, ha detto, nonostante la propria storia di falsità nelle dichiarazioni e azioni.

Non ne usciamo, c'è connivenza fra alcune istituzioni e dirigenti a vari livelli, né la Procura e nè il Prefetto al momento sono punti di riferimento, e pertanto non abbiamo ben chiaro, quale possa essere il futuro di una cittadina in cui ognuno faccia la propria parte, e nessuna a favore della Comunità.

RDM