Angelo Antonio D'Agostino è pronto alla nuova immagine, visto che il suo amico Festa è ai domiciliari, il Pd non l'ha voluto, Lega e Fratelli d'Italia, pure.
Questo signore che era partito alla grande, insieme al primo cittadino fin da bambino che truffava da piccino, aveva esultato in piazza per la sua elezione, e ottenuto lo spostamento del mercato oltre alla solenne promessa di un nuovo stadio, di cui non sapremmo che farcene.
Ma da come stanno andando le faccende giudiziarie, abbiamo appreso che esisteva e forse esiste ancora, un vero e proprio prezzario a cui sottomettersi, per qualsiasi appalto comunale.
Il denaro passava attraverso promozioni o con volgari mazzette nascoste in buste, che determinavano lo stato comatoso delle coscienze degli interessati, e di tutti gli (a)vellinesi che ne hanno condiviso e ancora lo fanno, il percorso.
Come se niente fosse, questo personaggio antologico, è passato a Forza Italia, dove l'hanno accolto da eroe, e come tale si arroga il diritto di enunciare proclami in favore della destra.
Da Scelta Civica di Mario Monti al Pd per poi transumare nella Lega, e viaggiando per Fratelli d'Italia, eccolo puntare sulla nascita di una destra già deceduta.
Avellino è questo, una città senza prospettiva che premia i foderi, e dimentica chi potrebbe cambiare le sorti del paese, solo perché unirebbe l'onestà alla propria azione gestionale.
Dodicimila elettori hanno premiato la corruzione e l'intrallazzo, privi di capacità discernitive, ancora non paghi, ineggiano al proprio beniamino che meriterebbe le sbarre, altro che domiciliari.
Niente li convince, come quelle mogli abituate a essere picchiate dal marito camorrista, ma capaci di difenderlo fino al supplizio.
Evitare Avellino è l'obbligo di chi lo conosce, senza aspettative, felice d'essere ultimo nelle classifiche nazionali, questo paesotto è vittima di se stesso e del proprio elettorato.
RDM
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