Laura Nargi non risponde ai dubbi leciti di Antonio Gengaro, sviando vigliaccamente ogni domanda che avrebbe dovuto soddisfare quale dovere irrinunciabile, se avesse avuto rispetto delle istituzioni che persegue.
I giudici non hanno ancora rinviato a giudizio Gianluca Festa, e al posto di questa signora estremamente fragile emotivamente, ci preoccuperemmo, perché l'ex sindaco non ha speranze e così tutti quelli che gli hanno tenuto il sacco.
Se qualcuno pensa che i tempi giochino a favore di lor signori, se ne faccia una ragione, la mannaia della giustizia si abbatterà con violenza sulla banda di criminali che ha approfittato della Città.
Il calcolatore rubato mentre la stessa Nargi provvedeva a depistare gli inquirenti, portando via i documenti stipati negli scatoloni, non lasciano margini a dubbi, così come i telefonini privati che mettevano in contatto i due ex ruoli apicali, pur'essi nelle mani della Procura.
Concorsi truccati, parenti giudicanti, Festa preso con le mani nel boccaccio mentre forniva le risposte al padre di un candidato, e tutto quanto immortalato da video e registrazioni, non possono passare in cavalleria, signora Nargi.
Presto arriveranno gli elenchi degli avvisi di garanzia che colpiranno una larga zona dell'amministrazione uscente, e la bionda sorridente, forse riuscirà a capire che l'associazione a delinquere è cosa grave e difficilmente eludibile.
Provi a fare un passo indietro, si ritiri, dimostri per un attimo che saprebbe anche fare un mea culpa, e forse quell'arrogante sorrisetto che la unisce drammaticamente a Festa, non sarà più un'aggravante.
RDM
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